Papa Francesco, di fronte ai sindaci delle grandi città del mondo riuniti in Vaticano, ha incoraggiato a prendere coscienza "del problema della distruzione del pianeta che noi stessi stiamo portando avanti", e a diffondere "una coscienza ecologica come quella che ci è stata data all'inizio" della creazione. "Perché quest'appello ai sindaci? - ha spiegato lo stesso Bergoglio sull'incontro promosso in Vaticano dalle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali su moderne schiavitù e mutamenti climatici, al termine del quale il Papa e i sindaci hanno firmato una dichiarazione comune - Perché la coscienza sulla difesa dell'ambiente implica un lavoro che parta dalle periferie e proceda verso il centro, verso la coscienza dell'umanità. La Santa Sede può fare un bel discorso alle Nazioni Unite ma se non viene da voi, dalle grandi città come dalle piccole", dove si sviluppano i fenomeni legati all'immigrazione e alla povertà come le baraccopoli, incentivati dal riscaldamento globale e dalla desertificazione, "non può partire il cambiamento".
Il Papa ha spiegato che la crescita smisurata delle città è un fenomeno mondiale e più le grandi città crescono più si sviluppano attorno a loro dei cordoni di povertà e miseria in cui la gente soffre gli effetti della mancanza della cura dell'ambiente. E qui troviamo anche il fenomeno dell'immigrazione, con la crescita delle favelas.
Poi il Papa ha parlato di moderne schiavitù e mutamenti climatici: "Ho molta speranza su Parigi che si raggiunga un accordo fondamentale sul clima, ma per questo anche le Nazioni Unite devono coinvolgersi, specialmente nel problema della tratta degli esseri umani".
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