(di Luca Laviola)
La Commissione parlamentare di
inchiesta sui rifiuti ha desecretato un rapporto sull'
imprenditore Giancarlo Marocchino, testimone chiave e
personaggio discusso nel caso dell'inviata del Tg3 Ilaria Alpi,
uccisa nel 1994 in Somalia con l'operatore Miran Hrovatin. Nel
documento, un rapporto del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei
carabinieri chiesto dalla Commissione nel 2005, secondo
l'attuale presidente Alessandro Bratti (Pd) "emerge il suo
coinvolgimento in un traffico di rifiuti di un certo interesse
che non so se fosse illecito", ha spiegato il parlamentare
durante una conferenza stampa". Inoltre "il ruolo di Marocchino
per il reperimento e l'acquisto di una nave commerciale - ha
aggiunto Bratti - e contatti asseriti dall'imprenditore con i
servizi segreti". Tra i moventi ipotizzati per l'omicidio di
Alpi e Hrovatin da parte di uomini armati la necessità da parte
dei mandanti - mai scoperti - di coprire traffici illeciti di
armi e rifiuti tossici del quale i due giornalisti si stavano
occupando. Per questo il lavoro di varie Commissioni
parlamentari sulle ecomafie.
Il rapporto di 41 pagine, che sarà disponibile a giorni, è
stato anticipato in alcuni contenuti in una conferenza stampa al
Senato dal presidente della Commissione rifiuti e dalla
capogruppo Pd nell'organismo parlamentare Laura Puppato. I
carabinieri investigarono su Marocchino dal maggio al luglio
2005 su mandato dell'allora Commissione, anche intercettando il
suo telefono. Nelle trascrizioni si parla di carichi destinati
alla Somalia con "motori", "camion militari", "gomme triturate"
e "acido solforico". In una conversazione con il figlio - ha
riferito Bratti - "Marocchino fa riferimenti come se lui avesse
protezioni nei servizi". "E' un documento a nostro avviso
importante - così l'esponente Pd -, anche in vista del nuovo
processo sul caso Alpi-Hrovatin che sta per aprirsi a Perugia".
Per il duplice delitto è stato processato e condannato finora
solo il somalo Hasci Omar Hassan, che ha scontato 16 anni di
carcere sui 26 inflittigli e ha poi ottenuto la revisione del
processo. Un altro miliziano somalo che lo aveva accusato ha poi
ritrattato. Il nuovo procedimento inizierà il 13 gennaio.
Marocchino, 70 anni, per decenni in Somalia fra trasporti e
logistica, anche durante la guerra civile e l'intervento
internazionale degli anni '90, fu il primo ad arrivare sul luogo
dell'agguato. "Non è stata una rapina, si vede che sono andati
in posti dove non dovevano", disse a caldo a una tv Svizzera.
Nel processo ha invece parlato di rapina o sequestro degenerati.
Secondo Puppato nelle carte desecretate o ancora coperte da
segreto "c'è molto materiale che va riletto" alla luce delle
acquisizione successive. "La Commissione rifiuti presieduta da
Paolo Russo chiese al Noe di verificare se Marocchino fosse
dedito effettivamente al traffico di rifiuti - ha detto Bratti -
mentre la Commissione sul caso Hrovatin guidata da Carlo
Taormina (2003-2006) lo ascoltò come testimone". Per un periodo
il lavoro dei due organismi si sovrappose, finché il materiale
raccolto dalla prima non fu trasferito alla seconda.
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