Indifendibile. Così, senza attenuanti, Matteo Renzi, impegnato oltreoceano nella missione negli States, ha liquidato la vicenda del ministro Guidi quando i suoi, dall'Italia, gli hanno spiegato i dettagli del caso. "E' gravissimo che Federica non ci avesse detto chi fosse e che cosa facesse il fidanzato", si sfogano fonti di maggioranza alla luce dell'intercettazione e dopo aver ricostruito l'iter dell'emendamento "incriminato".
E, a differenza del precedente di Maurizio Lupi, quando il premier attese le dimissioni in nome del garantismo, stavolta si è fatto capire alla titolare del Mise che la scelta doveva essere tempestiva.
Entrata al governo in nome delle tramontate larghe intese con Silvio Berlusconi, Guidi, raccontano ora fonti di maggioranza, non si era mai messa in mostra per un particolare protagonismo nel governo.
Ora al suo rientro, Renzi controfirmerà le dimissioni formali del ministro al Capo dello Stato e, a quanto si apprende, prenderà per un breve periodo l'interim al Mise in attesa di scegliere il successore.
Ogni toto-nomi è prematuro ma oltre al nome di Andrea Guerra, tornato in realtà al settore privato dopo un anno come consulente del governo, gira quello di Teresa Bellanova, molto stimata dal presidente del consiglio che l'ha promossa nel mini-rimpasto di governo da sottosegretario al Lavoro a viceministro dello Sviluppo.
La linea garantista del governo, che Renzi sostiene, si è oggi infranta davanti al comportamento del ministro. Che, a quanto si apprende, aveva provato a far passare un emendamento a sua firma già nello Sblocca-Italia per sbloccare l'impianto di Tempa Rossa. E senza informare nessun membro del governo del ruolo del compagno, era tornata alla carica nella legge di stabilità. "Il problema è dunque a monte dell'intercettazione", spiegano i renziani giustificando la linea del silenzio. Non una dichiarazione, infatti, è stata fatta dal Pd a difesa del ministro. Facendo capire che nessuno era disposto ad alzare, nè oggi nè nei prossimi giorni, barricate in sua difesa. Anzi, l'orientamento era di chiudere il prima possibile il caso per non esporre tutto il governo al fuoco di attacchi politici e mediatici.
Totalmente estranea alla vicenda, sostengono in maggioranza, è invece Maria Elena Boschi, citata dalla Guidi nella telefonata con il fidanzato. "Chiunque conosce l'iter delle leggi sa che il ministro dei Rapporti con il Parlamento vaglia a livello tecnico e giuridico tutti gli emendamenti del governo alla legge di stabilità", è la linea dei dem in difesa del ministro già sotto i riflettori per la vicenda che coinvolge il padre.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA