Dopo le rivelazioni dei 'Panama Papers' sulla presunta elusione fiscale perpetrata da nomi illustri del mondo della politica, bancario, finanziario, imprenditoriale, dello sport e dello spettacolo, Oxfam rilancia l'appello ai leader e alle istituzioni mondiali ed europee affinché si arrivi il prima possibile "alla definizione di regole stringenti, che impediscano la sottrazione di risorse alla collettività, attraverso il ricorso a sofisticati meccanismi di elusione fiscale".
A rimetterci sono i cittadini di tutto il mondo, Italia inclusa, denuncia Oxfam sottolineando che "il conto più salato, lo pagano i paesi più poveri: ogni anno, secondo le stime, perdono 170 miliardi di dollari in mancate entrate fiscali". Un fenomeno, quello del ricorso ai paradisi fiscali, ormai diffuso ovunque, sottolinea Oxfam. "Basti pensare che circa il 30 per cento del patrimonio dei super-ricchi del continente africano è detenuta offshore, con un costo per la collettività di 14 miliardi di dollari all'anno: una cifra che da sola consentirebbe di assumere abbastanza insegnanti per mandare a scuola ogni ragazzo africano e di coprire la spesa sanitaria di 4 milioni di bambini". Per arginare il fenomeno elusivo, nell'ambito della campagna 'Sfida L'Ingiustizia' Oxfam chiede perciò al governo italiano e ai leader europei e mondiali "di adottare con urgenza misure efficaci di giustizia fiscale". E lo sta facendo con un appello, cui hanno aderito in due mesi oltre 190 mila cittadini da tutto il mondo, attraverso la petizione 'Basta con i paradisi fiscali'.
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