Il capo di Stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, farebbe parte di quel "comitato d'affari" che per raggiungere le proprie mire avrebbe più volte tentato, e in alcuni casi ci sarebbe anche riuscito, di condizionare importanti ministri del Governo Renzi. E, mentre dalle "carte" sull'inchiesta sul petrolio in Basilicata, la sua posizione sembra assumere un ruolo sempre più significativo all'interno della "combriccola", l'ammiraglio chiede di essere sentito dai pm della Procura di Potenza.
Il suo difensore, Pietro Nocita, in una dichiarazione, ha aggiunto che "le intercettazioni non hanno rilevanza giudiziaria ed esprimono opinioni personali, frutto della sua passione e del suo amore per la Marina Militare e non sono legate ad interessi privati". De Giorgi è indagato per abuso d'ufficio nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta potentina, quello che partendo dal progetto "Tempa Rossa" della Total a Corleto Perticara (Potenza) arriva ad Augusta (Siracusa) ma con "passaggi" determinanti a Roma, che, probabilmente, potrebbero spostare il fascicolo proprio nella Capitale. Ad "unire" i legami tra Corleto, Augusta e Roma, c'è l'imprenditore siciliano Gianluca Gemelli, compagno dell'ex Ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi.
L'attenzione degli investigatori potentini si è soffermata negli ultimi mesi in particolare su alcune "mosse" della "cricca" e dell'ammiraglio per la legge navale e per altri provvedimenti "marittimi". Ad esempio, in un'intercettazione annotata dalla Squadra mobile di Potenza, De Giorgi dice: "La Pinotti nel frattempo... chiesto a... Gabinetto di Marina di preparargli uno studio sull'accorpamento delle Capitanerie di Porto, allora il vulnus sta nel fatto che Graziano imporrebbe sicuramente collegamenti tra trasporti e Marina... tramite la ministra in questo momento, incazzata com'è sulla vicenda del Libro Bianco, direbbe senz'altro di sì. Allora, noi dobbiamo...
cioè fare in modo, devono essere loro che... la Madia, come mi aveva promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere la questione del mare...". Per un'altra vicenda di Governo, invece, De Giorgi racconta che "Alfano (il sottosegretario Gioacchino Alfano) è stato ricondotto apparentemente a miti consigli da Pinotti, che finalmente gli ha dato un cazziatone, gli ha tirato, gli ha fatto scrivere cosa leggere: l'ha letto. E quindi si è rimangiato tutto". Ma l'ammiraglio avrebbe cercato anche di "silurare" la riforma Pinotti, sollecitando il lobbista Nicola Colicchi "a porre un argine" all'azione del generale Claudio Graziano, Capo di Stato maggiore della Difesa.
E, "a proposito della necessità di far rivedere" al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, "l'individuazione del nominativo da designare a capo dell'Autorità portuale di Augusta", De Giorgi dava un altro suggerimento a Colicchi: "...
con Delrio io farei un'operazione diversa, quella della cena, dell'incontro conviviale... dove si rompe il ghiaccio, si parla in generale...". La cosiddetta "combriccola" del petrolio avrebbe fatto infatti pressioni su Delrio per la conferma, poi avvenuta, di Alberto Cozzo alla guida dell'Autorità portuale.
Ieri Delrio ha ribattuto "di non aver mai ricevuto pressioni o condizionamenti e tantomeno ricatti ai quali evidentemente non mi sarei mai sottoposto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA