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Trivelle: Grossi, a referendum si deve votare

Trivelle: Grossi, a referendum si deve votare

Il presidente della Consulta sottolinea che "la partecipazione fa parte della carta d'identità del cittadino". Grillo: "Mattarella sull'energia dovrebbe prendere posizione". Galletti: "Andrò e voterò No"

ROMA, 12 aprile 2016, 11:42

Redazione ANSA

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Il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Presa di posizione del presidente della Consulta Paolo Grossi interpellato sul referendum di domenica: è giusto partecipare al voto, ha detto. Intanto, a una settimana dallla consultazione popolare, è sempre più duro lo scontro politico. Il movimento cinque stelle chiama in causa il capo dello Stato chiedendo che prenda una posizione mentre la sinistra Dem, che si è schierata per il sì va all'attacco del ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti che in un primo tempo non scioglie la riserva sulla sua partecipazione al referendum e poi fa sapere che andrà a votare no.

Al referendum sulle trivelle "si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d' identità del buon cittadino". Lo ha detto il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, interpellato nella conferenza stampa dopo la relazione annuale.

Grillo chiama in causa il capo dello Stato - Mattarella "sull'energia dovrebbe prendere una posizione". Lo afferma il leader del M5S Beppe Grillo, mentre lascia l'hotel Forum di Roma, alludendo al referendum di domenica sulle trivelle. "Bisogna che ogni tanto prenda una posizione. Sull'energia è una questione di civiltà e quindi dovrebbe prendere una posizione. E sicuramente lo farà", aggiunge invitando il presidente della Repubblica a pronunciarsi in merito.

Intanto fa discutere la presa di posizione del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti che non ha ancora sciolto la riserva su come si comporterà domenica. La sinistra Dem va all'attacco.

La posizione di Galletti - "Andrò a votare e sosterrò le buone ragioni del 'No'". Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, scioglie la riserva sul proprio voto al referendum di domenica prossima sulle trivelle. "Ho sempre ritenuto tutte pienamente legittime le posizioni in campo nel referendum sulle trivellazioni, compresa quella di chi sceglierà l'astensione puntando al mancato raggiungimento del quorum. Poiché da più parti mi viene chiesto cosa farò domenica, la mia risposta è che andrò a votare e sosterrò le buone ragioni del 'No'" afferma il ministro in una nota.

"Il governo dovrebbe favorire la partecipazione", va all'attacco la sinistra Dem con DaviDe Zoggia, Carlo Pegorer e Dario Ginefra.

L'intervento del presidente - "Le domande poste al giudice delle leggi e dei conflitti appaiono come il segnale della riemersione, nel tessuto sociale, di bisogni non compiutamente soddisfatti attraverso la legislazione: come se le ragioni politiche delle scelte risultassero alla prova dei fatti, relativamente insufficienti nella loro occasionalità o comunque inadeguate rispetto alle ragioni giuridiche che consideriamo fondamentali e perciò chiamiamo 'costituzionali'". La durata media dei processi di fronte alla Corte Costituzionale, tra la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell'atto di promovimento e la trattazione della causa "si è attestata in media intorno all'anno, risultando però anche più che dimezzata nel caso di questioni sollevate in giudizi che coinvolgevano un detenuto". La Corte costituzionale è un "organo formalmente estraneo al sistema della tripartizione dei poteri, ma sostanzialmente dotato di compiti di 'giustizia', più che solo di stretta giurisdizione, esso svolge come una funzione 'respiratoria' dell'ordinamento, indispensabile nella dimensione costituzionale della convivenza". "Osservare criticamente la dinamica complessiva delle vicende relative alla giustizia costituzionale nell'anno trascorso può essere l'occasione per trarre indicazioni, in qualche caso, significative anche dell'andamento complessivo delle istanze variamente prospettatesi nella cosiddetta 'sfera pubblica'".

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