Lo sguardo profondo, fisso, che non di rado metteva a disagio l'interlocutore; una timidezza che difficilmente verrebbe da attribuire ad un leader politico e che veniva tradita da quei capelli lunghi, ricci, "sale e pepe" portati con una sorta di "menefreghismo" anche negli ambienti più formali. Da qualche mese Gianroberto Casaleggio li aveva coperti con un cappello: più che nascondere le cicatrici dell'operazione che aveva subito per curarsi, il "guru" del M5S provava a prendersi beffa della malattia con la quale lottava da anni. Era il suo carattere: schivo, riservato, ma pronto ad improvvise esternazioni di gioia.
La "coppola", come la chiamava lui, gli era stata regalata la sera della chiusura della campagna elettorale per le Europee del 2014 quando vinse la timidezza e salì sul palco di piazza San Giovanni a Roma per parlare al suo popolo. La stessa riservatezza e voglia di lottare che, nei giorni scorsi, l'ha spinto a scrivere "non mollo" sul suo blog - quello che aveva realizzato per l'amico Beppe Grillo - per dire che non si sarebbe arreso e, forse, per lasciare il suo testamento politico. Quello spirituale l'aveva relegato in un fondo al quale pochi avevano prestato attenzione: "Chi ha paura della morte?" di Tiziano Terzani. "I cimiteri come noi li concepiamo sono luoghi di dolore, di sofferenza, di pianto, circondati da cipressi neri. Mentre in verità il grande cimitero della terra è bellissimo, perché è la natura. Ci crescono sopra i fiori, ci corrono sopra le formiche, gli elefanti".
Nato 61 anni fa a Milano, Casaleggio ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell'informatica nell'Olivetti. Poi ha fondato la Webegg in joint venture con Telecom per approdare infine nel 2004 alla sua creatura: la Casaleggio Associati nella quale lavora anche Davide, il figlio avuto dal suo primo matrimonio. E' qui che il co-fondatore del M5S ha iniziato ad interessarsi di politica. Una lunga collaborazione con l'Idv di Antonio Di Pietro e l'incontro, fondamentale, con Beppe Grillo. I due - racconta spesso il comico genovese - si incontrarono al termine di uno spettacolo a Livorno. Casaleggio si presentò e invitò Grillo a lavorare insieme per fondare un movimento politico. "Tu sei pazzo", gli rispose Grillo. Da allora iniziò il loro sodalizio: nacque il blog che in pochi anni è diventato il più seguito in Italia ed uno dei primi nel mondo. "Un visionario", lo ha definito oggi Grillo riconoscendo al "guru" una capacità strategica che mancherà molto al M5S.
La parola "guru" non piaceva a Casaleggio, ovviamente meno ancora quella di "santone" che gli avevano affibbiato i suoi detrattori politici. L'aura di mistero sul suo personaggio è legata principalmente a due video che la Casaleggio Associati ha realizzato nel 2007: "Prometeus - La Rivoluzione dei media" e "Gaia". Casaleggio presentava una "visione" del futuro nel quale i media tradizionali scompaiono mentre il Mondo, dopo una catastrofica guerra mondiale, viene governato da intelligenze messe in "rete". I suoi avversari lo hanno accusato di essere vicino alla massoneria e al mondo dell'esoterismo, cosa smentita dal diretto interessato in alcune delle sue rare interviste. Nel 2009 è nato il M5S. Nessuno prendeva sul serio i "grillini" e pochi sapevano chi era Casaleggio.
Ma il 2013 è stato l'anno del "boom": il Movimento è il partito più votato in Italia (escluse le circoscrizioni estere); 109 parlamentari entrano alla Camera e 59 al Senato. Anche in quella occasione Casaleggio evitò i riflettori, lasciando che Grillo fosse il "front-man". Pochissime dichiarazioni ai giornalisti, pochi flash. Nel settembre 2014 fece uno strappo alle regole e partecipò al Forum Ambrosetti per una lezione su "Politica e comunicazione ai tempi del web". Ma, durante il suo intervento, pretese che uscissero fotografi e giornalisti. Soltanto in qualche rara occasione è riuscito a superare la riservatezza: per la chiusura della campagna elettorale delle Europee 2014 e per la Festa Cinquestelle al Circo Massimo a Roma. Con lui c'era l'amico di sempre Beppe Grillo.
Negli ultimi mesi Casaleggio, pur non volendo, è stato costretto ad allontanarsi dalla vita pubblica ma, seppur provato dalla malattia, non ha voluto diradare gli incontri con i parlamentari cinquestelle. Le critiche dei suoi nemici non lo hanno mai colpito al punto che nel 2014 ha scritto un piccolo libro autoironico con una "raccolta delle migliori peggiori balle" su di lui. Il suo vero nemico è stato il cancro contro il quale ha lottato fino all'ultimo. Alcuni parlamentari oggi erano increduli della notizia della sua morte: "Ieri, abbiamo parlato con lui". Ma - aggiungono - "noi, come lui, non molliamo".
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