Sulla base dell'esperienza fatta con l'accordo tra Ue e Turchia, l'Italia propone un 'migration compact' per ridurre i flussi anche lungo la rotta mediterranea attraverso nuove intese con i Paesi d'origine e di transito, in particolare quelli africani, da finanziare con strumenti innovativi come i bond Ue-Africa. Ecco quanto l'Ue potrebbe offrire ai Paesi terzi in base alla proposta italiana.
- PROGETTI D'INVESTIMENTO. Opere dall'alto impatto sociale e infrastrutturale da individuare assieme al Paese partner.
- UE-AFRICA BONDS. Titoli con cui finanziare i progetti infrastrutturali e facilitare l'accesso di questi Paesi ai mercati finanziari, in sinergia con la Bei e le altre grandi organizzazioni finanziarie internazionali.
- COOPERAZIONE SUL FRONTE DELLA SICUREZZA. Controllo comune dei confini e collaborazione sul fronte della lotta al crimine
- OPPORTUNITA' DI MIGRAZIONE LEGALE. Creazione di strumenti per l'accesso di lavoratori al mercato europeo
- SCHEMA DI REINSEDIAMENTI. Sistema di compensazione riservato ai Paesi che si impegnano nello stabilire sistemi di asilo nazionali Ed ecco quello che l'Ue potrebbe chiedere in cambio
- CONTROLLO CONFINI E RIDUZIONE FLUSSI. Nell'ambito di un coordinamento con le forze locali anche grazie a una Guardia di frontiera europea.
- COOPERAZIONE SUI RIMPATRI-RIAMMISSIONI. Collaborazione amministrativa con i Paesi sul fronte dell'identificazione, della distribuzione dei documenti e dei rimpatri.
- GESTIONE DEI FLUSSI DEI RIFUGIATI. Con il sostegno locale di strutture di accoglienza dove identificare chi ha diritto a ottenere protezione internazionale e chi no.
- APPLICAZIONE DI SISTEMI DI ASILO NAZIONALI. In linea con gli standard internazionali, magari con l'aiuto di agenzie specializzate come l'Unhcr e la Oim.
- LOTTA COMUNE AI TRAFFICANTI. Con operazioni congiunte di polizia e aumentando la cooperazione giudiziaria.
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