"Non esiste una magistratura buona contro un'Italia di cattivi, vederla così è in linea di principio sbagliato, e inoltre si scontra con la realtà". Lo afferma a Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore capo di Milano, ex membro del Csm, per anni all'Associazione nazionale magistrati, dopo le dichiarazioni del presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo. Sulle nuove tensioni tra politica e magistratura, Bruti Liberati spiega: "Lo scontro viene a galla quando la magistratura acquisisce nei fatti un'indipendenza e una volontà di non fermarsi di fronte ai santuari, dagli scandali Lockheed e petroli, alla strage di piazza Fontana, ma i paragoni con il passato servono a comprendere l'evoluzione, non l'oggi.
L'essenziale per l'Anm è esprimere con chiarezza la propria opinione sui problemi della giustizia, ma altrettanto essenziale è che l'Anm non esca dal suo ruolo". Alla domanda su come se ne esce se una parte del Paese chiede ai politici corrotti un passo indietro e i politici non ascoltano, l'ex procuratore capo di Milano osserva: "Comunque non tocca ai magistrati affrontare 'il problema della corruzione', i magistrati si occupano di casi singoli che costituiscono reato. Non danno ricette né affrontano i problemi deontologici altrui. E, sinceramente - aggiunge -, un passo avanti c'è sull'aspetto della prevenzione grazie all'Anac, l'autority anti-corruzione. L'abbiamo vista a Milano con l'Expo.
L'Anac ha ricoperto il suo ruolo di 'investigatore' nelle pratiche amministrative, la magistratura ha svolto indagini penali e i processi in tempi rapidi, mentre il prefetto con le interdittive antimafia ha eliminato alcune aziende sospette.
Fine. L'Anac è giovanissima, deve ancora assestarsi, ma uno strumento per non sprecare denaro pubblico con appalti fasulli ora c'è".
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