L'insegnamento che Marco lascia e che va perseguito è quello della "forza inarrestabile della verità". Lo scrive in una lettera inviata all'Ansa Jean-Fabre, ex segretario radicale che ha guidato il partito radicale tra il 1978 e il 1979 subito dopo Adelaide Aglietta e che ricorda così Pannella. Eccola:
"Marco Pannella non era un uomo politico, era un uomo impegnato nella politica. Non aveva l'amore della politica, ma voleva una politica dell'amore. Anche per questo non si è servito della politica, ma attraverso la politica si è messo al servizio della società.
La forza di Marco era di credere nel concetto gandhiano del "Satyagraha" che ha popolarizzato in Italia, cioè la forza inarrestabile della verità. Durante tutta la sua vita, Marco ci ha messo davanti a molte delle ingiustizie della società : in Italia, in Europa e nel mondo, costringendoci a decidere da cittadini adulti e responsabili se eravamo pronti a fare quel che era necessario per fare parte della soluzione o se volvevamo continuare a fare parte - pure per mancato impegno - del problema.
La scomparsa di Marco Pannella lascia un vuoto, ma in realtà lascia molto più pieno perche la sua vita ci ha riempiti : siamo più ricchi, più forti, più liberi, più consapevoli, più impegnati grazie al pezzetto di strada che con lui abbiamo condiviso. Sono riconoscente alla vita di avermelo fatto incontrare e a Marco di avermi aiutato a crescere umanamente. N
on vedo altro modo di rendergli omaggio che di continuare testardamente a fare il possibile per sradicare dalle nostre società le diverse violenze che le affligono e che Marco prendeva a volte su di se con i suoi digiuni perche le vedessimo e non le tollerrassimo un minuto di più. La vita di Marco è stato un invito in tutti sensi. Raccogliamolo".
Jean Fabre, ex-segretario del Partito Radicale 19 Maggio 2016
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