"La questione non è solo penale, è anche e soprattutto culturale. Qui bisogna proprio cambiare una mentalità che va avanti da secoli, da millenni": lo ha detto a Matera la Presidente della Camera, Laura Boldrini, riferendosi al ripetersi di gravi episodi di violenza contro le donne. "In questa legislatura - ha aggiunto - abbiamo lavorato molto sul femminicidio, inasprendo le pene su stalking e violenza domestica. Però la questione non è solo penale, è anche e soprattutto culturale".
"Va cambiata l'idea che - ha continuato la Presidente della Camera - se si ha una relazione con una donna, questa donna non ha più diritto alla sua libertà, oppure quando la libertà questa donna ce l'ha, è una gentile concessione. Non è così: noi dobbiamo ribadire forte e chiaro che non rinunceremo mai alla nostra libertà e ai nostri diritti. Molti uomini sono con noi in questa battaglia: si devono far sentire, devono alzare insieme a noi la loro voce". "Abbiamo bisogno di unire le forze. Ai violenti dico: rassegnatevi, perché comunque noi non rinunceremo mai alle nostre conquiste e non rinunceremo mai alla nostra libertà. In una relazione ci si sta in due: se una persona dice no, bisogna rispettare quella volontà perché neanche con la violenza ci strapperanno mai quei diritti. Ecco quindi che dico: dare segnali, simboli ha un grande significato. Lo stanno facendo tanti sindaci, lo stanno facendo tutti. Le istituzioni - ha concluso Boldrini - devono essere accanto ai cittadini e alle cittadine che si ribellano a questa violenza".
Ieri la presidente della Camera ha esposto dal suo ufficio di Montecitorio un drappo rosso a sostegno delle iniziative contro i femminicidi.
Tramite WhatsApp è partita, infatti, un'iniziativa contro il femminicidio, dopo il brutale omicidio di Sara Di Pietrantontonio a Roma. Molte le donne che hanno aderito all'iniziativa esponendo drappi rossi. Tante le foto postate sui social, su twitter l'hashtag usato più usato #saranonsarà. A lanciare la campagna la blogger Stefania Spanò, in arte Anarkikka.
#Saranonsarà Perchè ora abbiamo la parola per dirlo, ma facciamo poco per evitarlo: #femminicidio. pic.twitter.com/t64u2iIQig
— Anarkikka (@Anarkikka) 30 maggio 2016
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