"In un Paese normale sarebbe un evento storico il fatto che dei torturati ritornino sul luogo delle torture. Ma un promemoria così potente, in questo Paese che non ha memoria storica, che vuole mettersi alle spalle le cose scomode, probabilmente cadrà nel vuoto". Lo ha detto il giornalista Lorenzo Guadagnucci, una delle vittime del blitz delle forze dell'ordine alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001, davanti alla porta della scuola di Genova, che, per la prima volta dopo 15 anni, ha riaperto al pubblico ieri sera per un incontro organizzato dal Comitato Piazza Carlo Giuliani con Amnesty International, durante il quale è stato presentato anche il libro Happy Diaz di Massimo Palma.
"Quello che è successo alla Diaz ha cambiato anche la storia d'Italia" ha aggiunto Guadagnucci. "La tortura è per sempre - ha spiegato ancora ricordando l'irruzione dei reparti celere della Polizia alla ricerca di elementi del Black Bloc e il pestaggio degli occupanti -. Il ricordo del terrore, di aver avuto paura per la prima volta in vita mia di non uscirne vivo, questo è il tormento e il pensiero di tutti i giorni".
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