"Una tragedia sfiorata che riporta ancora una volta l'attenzione sul tema della vetustà degli immobili a Roma e provincia che denunciamo da tempo: lo stock immobiliare romano è costituito da circa 1,8 milioni di unità abitative la metà delle quali è stato costruito prima degli anni '70 e un terzo di questi è in stato di degrado. Considerati gli edifici più nuovi, ma in cattive condizioni, il 20% dello stock provinciale è in mediocre o pessimo stato di conservazione. Sugli stessi livelli la quota a Roma città (16%)": così Carlo Bellioni, presidente di Cna Costruzioni Roma.
"Gli interventi per prevenire ci sono: il Governo - spiega - ha dichiarato di voler prorogare anche nel 2017 le detrazioni fiscali per gli interventi di edilizia. Oltre a edifici con problemi strutturali come quello crollato a Ponte Milvio, a Roma ci sono tanti immobili sulle cui facciate si può intervenire grazie alla delibera del Campidoglio "Tetti Puliti"".
Abolire l'obbligo del fascicolo di fabbricato "si conferma una scelta miope e avventata", secondo Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l'università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, che auspica la sua reintroduzione anche alla luce dell'ultimo crollo.
"Come accaduto qualche mese fa per il palazzo di Lungotevere Flaminio, anche il crollo che si è verificato nella zona di Ponte Milvio pone interrogativi stringenti sullo stato del patrimonio edilizio della città di Roma. Ovviamente spetterà alla magistratura, con il supporto di esperti e tecnici, fare luce sulle cause che hanno portato al cedimento strutturale dell'edificio. Un fatto è certo: in questi casi - insiste l'esperto - risulterebbe preziosissima l'analisi del fascicolo di fabbricato, in modo da ricostruire la successione di tutti gli interventi che sono stati realizzati all'interno dello stabile dalla sua costruzione ad oggi. L'abolizione dell'obbligatorietà di tale documento, ancora una volta, si conferma una scelta miope e avventata".
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