Via libera, nonostante le ripetute proteste delle opposizioni che avevano chiesto anche il voto nominale, all'emendamento che riscrive le regole per i commissariamenti della sanità, consentendo di nuovo ai governatori di ricoprire l'incarico. Il relatore ha riformulato gli emendamenti Tartaglione (Pd) e Rabino (Ala), ribattezzato 'norma De Luca', prevedendo che ci siano verifiche ogni 6 mesi da parte del tavolo di monitoraggio dei piani di rientro e del comitato Lea.
Il Movimento 5 Stelle in commissione Bilancio contesta il voto sulla norma 'De Luca', concluso 18 a 12 e Tabacci astenuto: "Noi contrari tra Lega, M5s, Sel e alcuni del misto eravamo in 14" spiega Giorgio Sorial, ricordando che in totale i parlamentari della commissione sono 46 escluso il presidente ma a votare sono stati, secondo il conteggio del segretario in 31. "Immaginiamo che i deputati della maggioranza non hanno avuto il coraggio di dichiarare la loro contrarietà a questa norma né tantomeno il coraggio di alzare la mano per essere conteggiati nel voto". Al voto, tra l'altro, non avrebbe partecipato nessuno dei membri effettivi della commissione di Forza Italia. Laura Castelli spiega che "avevamo chiesto il voto nominale, visto che la procura ha già aperto un fascicolo su De Luca, ci è stato negato leggendo una circolare della Boldrini, che però specifica che in caso di dubbio sull'esito del voto" serve l'appello nominale.
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