"Garantiamo la conclusione ordinaria della legislatura", è l'appello di Peir Luigi Bersani dalla direzione del Pd. "Prima di tutto il Paese. Quindi la prima cosa che dobbiamo dire è quando si vota. Comandiamo noi, possiamo lasciare un punto interrogativo sulle sorti del nostro governo? Non possiamo o mettiamo l'Italia nei guai. Io propongo che diciamo non solo il 2018, ma garantiamo davanti all'Europa, i mercati, gli italiani, la conclusione ordinaria della legislatura"."Non è vero - ha detto l'ex segretario - che mancano le idee, lo dice chi non ce le ha, ci mancano luoghi per discutere, confrontare e affermare le idee. Se diciamo congresso stiamo dicendo questo o perdiamo l'ultimo treno. Non facciamo le cose cotte e mangiate, organizziamo anche in preparazione del congresso luoghi di discussione".
Michele Emiliano conferma la propria volontà di candidarsi al congresso ma attacca: "Un congresso ad aprile senza conoscere la legge elettorale, senza sapere quante sezioni sono commissariate e con la Pasqua in mezzo è una di quelle cose è una di quelle cose che fa rischiare la scissione".
Ok al congresso ma non sia una mera conta di tessere è invece l'appello di un altro esponente della minoranza Dem, Gianni Cuperlo. "Chi dice 'contiamoci e vediamo chi ha i voti' è come se andasse in bicicletta pedalando con un solo pedale. Il congresso sia sincero, anche aspro. Non si riduca a una conta di tessere". Così Gianni Cuperlo nel suo intervento in direzione. "Matteo, tu non sarai mai il mio avversario - ha detto Cuperlo riprendendo un passaggio dell'intervento di Renzi - è vero che il congresso non si fa per decidere la data del voto, ma si fa per decidere cosa dire agli italiani prima di andare a votare, e poi conta il come".
No al congresso, ok a conferenza programmatica da Andrea Orlando. "Il nostro statuto e il modo in cui si celebrerà il congresso non è adeguato ad una vera discussione perché è stato pensato in una fase diversa e serviva solo alla legittimazione del leader mentre noi dobbiamo costruire una piattaforma politica. Sarebbe come fare le tagliatelle con la macchina da scrivere e non credo che a fine percorso si sarà esaltata la partecipazione popolare". In questi termini Orlando esprime in direzione i suoi dubbi sul congresso anticipato proponendo una conferenza programmatica.
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