"Dovete avere fiducia perchè la forza della verità non si ferma". Così il presidente Sergio Mattarella ha risposto a un gruppo di madri di Plaza de Mayo che oggi al Parco della Memoria, il monumento in ricordo delle migliaia di vittime delle giunte militari argentine, lo facevano partecipe delle loro preoccupazioni su un rallentamento nella ricerca della verità storica. Sotto una pioggia battente il capo dello Stato ha visitato il memoriale che testimonia delle atrocità compiute dai militari dal 1976 al 1983, che rimane una ferita aperta in Argentina. Accompagnato dalle responsabili del 'Parco de la memoria' che si affaccia sul Rio de la Plata, Mattarella ha percorso lentamente e sotto gli ombrelli per la pioggia il muro dove sono scritti i nomi di 9 mila desaparecidos. Il presidente ha ascoltato le spiegazioni sul luogo e alcuni dei casi degli scomparsi. Alla fine del percorso ha incontrato, tra le altre, Vera Jarach, madre di una ragazza 'desaparecida', e Angela 'Lita' Boitano, mamma di due figli scomparsi. In italiano, entrambe lo hanno abbracciato. Sia Vera sia 'Lita' hanno quindi ricordato i 'desaparecidos' puntando non alla storia o alle proprie tragedie, ma ad una vicenda di questi giorni che ha rimesso al centro dell'attenzione del paese il dramma degli scomparsi. In una sentenza subito definita "del 2x1", la Corte Suprema ha stabilito che i militari accusati di delitti contro i diritti umani, e che sono in carcere, possono contare i giorni di prigionia in modo doppio ai fini della loro condanna definitiva. Per Vera, 'Lita' e tanti altre 'madres' e 'nonne' della Plaza de Mayo la sentenza è molto grave, in quanto potrebbe di fatto spianare la strada all'immunità di decine e decine di militari colpevoli di aver violato i diritti umani. "Abbiamo riferito questo punto che per noi è molo serio, per questo l'abbiamo raccontato al presidente, che ci ha ascoltato" e che, ha precisato Boitano, "ha un viso che ci ha trasmesso serenità".
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