"L'Italia e l'insieme dell'Europa - ha rilevato il Papa nel suo discorso al Quirinale - sono chiamate a confrontarsi con problemi e rischi di varia natura, quali il terrorismo internazionale, che trova alimento nel fondamentalismo; il fenomeno migratorio, accresciuto dalle guerre e dai gravi e persistenti squilibri sociali ed economici di molte aree del mondo; e la difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un lavoro stabile e dignitoso, ciò che contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli". Il Papa ribadisce quanto sia "urgente la cooperazione internazionale sui migranti".
Il pontefice ha auspicato il rafforzamento del legame tra la gente e le istituzioni perché da questo nasce la "vera democrazia". "Ci si attende - afferma il Papa in tal senso - un paziente e umile lavoro per il bene comune".
La politica deve impegnarsi soprattutto per l'emergenza lavoro e deve "agire con crescente impegno affinché prevalgano condizioni di equità, e quindi di stabilità sociale e concordia: questo è un obiettivo che deve trovare prioritaria applicazione nei confronti dei giovani", ha aggiunto Mattarella, sottolineando che "questa stagione ne sta mettendo a dura prova le prospettive di vita personale mettendo a rischio il buon futuro dell'intera società".
La Costituzione italiana ha promosso "una peculiare forma di laicità, non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze proprie delle istituzioni politiche da un lato e di quelle religiose dall'altro", ha detto il Papa ricordando come grazie a questo "sia eccellente lo stato dei rapporti nella collaborazione tra Chiesa e Stato in Italia, con vantaggio per i singoli e l'intera comunità nazionale".
"Sappiamo di poter trovare nella Chiesa un valido e utile sostegno nella consapevolezza, e ricordo ancora le Sue parole, che 'la reciproca autonomia non fa venire meno, ma esalta, la comune responsabilità per l'essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità'", ha detto Mattarella.
Un'icona e un fermaglio i doni scambiati - Un'icona raffigurante gli apostoli Pietro e Paolo e un fermaglio di piviale in argento sono i doni che si scambieranno il presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco nel corso della visita al Quirinale del Pontefice. Il capo dello Stato donerà un fermaglio realizzato dal "Nobil collegio degli orafi e argentieri di Roma" sul cui retro è predisposta la struttura per essere agganciato al piviale. Papa Bergoglio, da parte sua ha portato un'icona di autore anonimo datata fine XVII inizio XVIII secolo. Sulla superficie dipinta in tonalità giallo chiara sono raffigurati a figura intera i due apostoli Pietro e Paolo. Al centro, sopra di loro nell'atto di benedirli, è raffigurato il Cristo a mezzobusto nel cielo blu scuro stellato.
"Lo terrò carissimo" ha detto il presidente Mattarella ricevendo una icona in dono da Papa Francesco. I due appaiono sorridenti e conversano con cordialità mentre percorrono le sale del Quirinale.
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