Si fermano a poco meno di due milioni di euro i soldi sequestrati alla Lega Nord dopo la sentenza di condanna per la maxi truffa ai danni del Parlamento per i rimborsi elettorali ottenuti con bilanci alterati. Lo ha deciso il Tribunale di Genova dopo la relazione presentata dalla Procura. In pratica i giudici stabiliscono che i soldi che entreranno in futuro nelle casse non potranno essere bloccati.
La Procura potrebbe chiedere il sequestro delle restanti somme (circa 47 milioni di euro) direttamente ai condannati oppure potrebbe essere il Parlamento a muoversi, con una azione civile.
I sequestri erano scattati dieci giorni fa quando le Fiamme gialle hanno bloccato il denaro presente nei vari conti sparsi in tutta Italia. Era stata la stessa procura a chiederlo dopo che il tribunale, a luglio, aveva disposto la confisca dei quasi 49 milioni di euro in seguito alla condanna di Umberto Bossi, dell'ex tesoriere Francesco Belsito, e dei tre ex revisori contabili. Il provvedimento aveva sollevato una prima polemica tra il segretario della Lega Matteo Salvini, che aveva parlato di un attacco alla democrazia, e il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, che aveva sottolineato come invece si fosse agito a tutela di Camera e Senato.
Era stato lo stesso procuratore a sedare gli animi in un incontro con i legali del Carroccio, proponendo uno sblocco delle somme dietro garanzie.
"Il tribunale - ha commentato Matteo Salvini - ha riportato alla normalità quella che normalità non era, rivedendo un provvedimento esagerato quindi possiamo continuare a lavorare in tranquillità. Hanno riconosciuto evidentemente di avere esagerato, quindi torniamo in democrazia a lavorare e incontrare i cittadini". Per quanto riguarda i ricorsi annunciati nei giorni scorsi dal Carroccio, Salvini ha affermato: "Faremo tutti i ricorsi in ogni sede e siamo convinti che alla fine l'onestà e la democrazia vinceranno. Sull'onestà mia e della Lega - ha sottolineato - nessuno può discutere".
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