Altolà di Luigi di Maio ai sindacati. Che provoca le reazioni delle oreganizzazioni sindacali ma anche del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Ma sul quale il candidato premier M5s trova l'appoggio di Roberto Fico. "Se il Paese vuole essere competitivo le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. Dobbiamo dare possibilità alle associazioni giovanili di contare nei tavoli contrattazione, serve più ricambio nelle organizzazioni sindacali. O i sindacati si autoriformano o con quando saremo al governo faremo noi la riforma". Lo ha detto Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, al Festival del Lavoro a Torino. "Un sindacalista che prende la pensione d'oro o finanziamenti da tutte le parti ha poca credibilità per rappresentare un giovane di trent'anni", ha aggiunto Di Maio.
"Serve una manovra choc sul costo del lavoro", ha detto ancora il vice presidente della Camera in un altro passaggio del suo intervento. "Dobbiamo dare possibilità alle imprese e agli studi professionali di assumere per fare riprendere l'economia e dare gettito allo Stato. Così potremo pagare il debito e fare ulteriori investimenti per abbassare il costo del lavoro. Facciamo un po' di deficit produttivo, investiamo nell' abbassamento del costo del lavoro, investiamo nei settori ad alto moltiplicatore è così rimetteremo in moto l'economia", ha aggiunto.
"Aldilà di quello che vogliamo sta arrivando la Smart nation, un nuovo modello di Paese - ha detto ancora - in cui i lavori si trasformano e non dobbiamo avere paura che si perdano posti di lavoro". Di Maio ha ricordato i dati di una ricerca secondo la quale "il 50% dei posti di lavoro nel 2025 sarà legato al settore creativo, turismo, cultura e nuove tecnologie, mentre il 60% delle professioni attuali si trasformerà o sparirà". "Cominciamo a investire in innovazione tecnologica - ha concluso - Internet è la più grande fabbrica di posti di lavoro per fare in modo che i giovani non se ne vadano all'estero".
"I sindacati hanno la loro autonomia e la loro responsabilità, credo vada rispettata, perché sicuramente sanno, per la storia che hanno alle spalle, qual è la situazione che vivono. Quindi valutano ogni giorno, ne sono certo, il dato di adeguatezza che è presente", dice il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commentando le parole sui sindacati del candidato premier M5s, Luigi Di Maio."Una delle regole del funzionamento della democrazia è il rispetto delle sfere di competenze e responsabilità di ognuno", dice il ministro dal G7 di Venaria.
"Un linguaggio autoritario e insopportabile", così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha definito l'attacco rivolto ai sindacati dal candidato premier Cinque Stelle Luigi Di Maio. " Non è il primo che lo dice (di riformare i sindacati, ndr). Ce n'è stato un altro che poi ha fatto il jobs act". Di Maio "dimostra tutta la sua ignoranza ma insieme l'arroganza di chi crede che il pensiero sia solo di chi governa e non riconosce la rappresentanza".
"Non abbiamo bisogno di slogan o di aprire nuovi scontri ideologici tra la politica ed il sindacato. Occorre invece affrontare con il dialogo i problemi del lavoro, a cominciare dal tema dei giovani, con grande senso di responsabilità, come sta facendo la Cisl da tempo". Così replica la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, alle dichiarazioni del candidato premier M5s Luigi Di Maio. "Lasci perdere queste inutili polemiche e si concentri semmai sui veri problemi del Paese, come il lavoro stabile ai giovani".
"Il messaggio della Repubblica democratica fondata sul lavoro, su cui si segnò una sintesi tra l'esperienza cattolica e quella socialista, non è da mettere in un tabernacolo e citare solo il 2 giugno. Perché è un principio messo in discussione da chi dice che vuole fare il sussidio, il reddito di cittadinanza, l'assistenzialismo. Il lavoro non è solo salario ma dignità". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi intervenendo a Orvieto a un convegno organizzato dal Centro studi Aldo Moro sui cattolici e la politica.
"I sindacati hanno avuto una storia importante in Italia ma a volte si è interrotta perché sono stati più vicini ai governi che ai lavoratori". Così il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico (M5S) si è detto d'accordo con Luigi Di Maio sulla necessità di riformare i sindacati. "Abbiamo visto segretari di Cgil, Cisl e Uil candidati con i partiti con i quali c'era molta contiguità'. E' in questo senso che vanno riformati. La cultura sindacale non deve essere fatta di blocchi di potere ma di tutele e diritti dei lavoratori".
SI, è diversamente renziano. "Una minaccia ai sindacati, una spolverata di "nuove tecnologie" e poi il solito "taglio del costo del lavoro", già sperimentato più volte, anche da Renzi. Luigi Di Maio è diversamente renziano, come Renzi è stato ed è diversamente berlusconiano". Lo afferma Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana. "Sono le solite vecchie ricette economiche fallimentari che l'unico grande partito del neoliberismo propone da 30 anni, con risultati che conosciamo molto bene. Devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di più da una forza che si proponeva la "rivoluzione", e invece si è già adeguata alle cavolate mainstream della politica politicante. Il coraggio di dire che sono 30 anni che la politica consente ad alcuni di arricchirsi sulla pelle della maggioranza delle persone e che lì bisogna agire, mi pare proprio che ce lo abbiamo solo noi. Servono più investimenti pubblici per aumentare il lavoro, progressività fiscale vera, lotta a mafie, corruzione e evasione. Per questo l'unica vera alternativa in questo Paese è la Sinistra".
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