Una "rivoluzione liberale" targata 5 Stelle. Nella città di Silvio Berlusconi Luigi Di Maio dà una virata sensibile alla sua campagna elettorale polarizzando lo scontro con il centrodestra e riprendendo uno degli slogan più cari all'ex Cavaliere. Uno slogan che, nella strategia M5S, è il perno chiave della campagna nel Nord delle imprese, alle quali il candidato premier del Movimento promette un "taglio choc alle tasse". Ma, allo stesso tempo, Di Maio rilancia l'appello che il M5S ha fatto già in occasione delle Regionali in Sicilia: "chiediamo all'Osce di monitorare non solo le operazioni elettorali ma anche la libertà di stampa e le modalità dell'informazione". Parole che Di Maio afferma in merito al dibattito sulle fake news ma che potrebbero preannunciare un'ulteriore battaglia del Movimento: "Mi preoccupano le fake news ma mi preoccupa molto di più il voto di scambio", sottolinea Di Maio secondo cui, in Sicilia, "con il voto libero avrebbe vinto il M5S". E' però al Nord, dove il Movimento è tradizionalmente meno forte, che il candidato premier si sta giocando le sue prime fiche della campagna per le Politiche. Ad una settimana di distanza, infatti, Di Maio torna a Milano dove presenzia ad eventi enologici come Vi.vite, incontra i lavoratori a rischio licenziamento dell'azienda Canali e annuncia il candidato alle Regionali Lombardia. Sarà Dario Violi, consigliere regionale uscente che batte la concorrenza dei deputati Massimo De Rosa e Ferdinando Alberti. Rispetto alle Regionarie del Lazio, tuttavia, voti e votanti sono pochini: in 4286 partecipano alle primarie online mentre Violi vince con 793 preferenze (contro le oltre 2900 che incoronarono Roberta Lombardi). "Vinceremo questa sfida insieme", è il grido di battaglia lanciato da Violi a Roberto Maroni e Giorgio Gori. Ma la sua, in una Lombardia in passato "poco amica", del M5S, sarà una sfida davvero ardua. E' su scala nazionale, invece, che Di Maio definisce il Movimento la "prima forza" in Italia citando dati secondo cui sarebbe al 30% con il Pd al 23% e FI al 16%. E Di Maio ragiona sulla base dei partiti e non delle coalizioni, per un duplice motivo: il niet alle alleanze del M5S e l'obiettivo di "impedire l'inciucio Pd-FI" presentandosi al Colle per chiedere l'incarico di governo. A tal fine il M5S punta su un programma dal netto taglio economico. Una prima bozza, alla quale ieri Di Maio ha lavorato a lungo, porta il titolo "una vita di qualità" come claim elettorale. E da Milano il frotman M5S pungola Berlusconi proprio sul tema economico: "parlava di rivoluzione liberale ma la stiamo ancora aspettando". Sarà il programma, in queste prime battute, a fare da pilastro alla corsa del M5S. La "squadra dei ministri è a buon punto ma la presenteremo prima delle elezioni", spiega Di Maio rivelando che, nel team, non ci sarà Alessandro Di Battista: "mi ha detto che sarà in prima linea nella campagna ma non intende farne parte". Parole che, almeno nel prossimo futuro, confermano la volontà del "Dibba" di prendersi, dopo il voto, un periodo sabbatico.
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