Intirizziti, paralizzati, ammutoliti, rassegnati. Stiamo zitti e non facciamo nulla "per vincere tante ingiustizie che vivono nella loro carne tanti nostri fratelli". E allora nella notte di Pasqua bisogna vincere il nostro "atteggiamento pusillanime" perché la nostra speranza si trasformi "in gesti concreti di carità". Papa Francesco lancia un appello forte nella veglia pasquale: "Vogliamo partecipare a questo annuncio di vita o resteremo muti davanti agli avvenimenti?". E allora, per non rassegnarsi al 'si è sempre fatto così', bisogna uscire dalla "routine schiacciante", dai nostri silenzi schiaccianti, ripete Francesco, sfidare "i nostri determinismi uniformanti e paralizzanti", "rompere le abitudini ripetitive" e "rinnovare la nostra vita".
E' una chiamata, quella di Papa Francesco nella notte di Pasqua, la celebrazione più importante per la comunità cristiana, a "spendere la nostra vita e la nostra energia, intelligenza, affetti e volontà nel ricercare e specialmente nel generare cammini di dignità". Il rito della veglia pasquale era cominciato nell'atrio della basilica vaticana con la benedizione del fuoco, poi la solenne processione con il cero pasquale e la messa nel corso della quale Papa Francesco ha battezzato otto adulti provenienti da Albania, Italia, Nigeria, Perù e Stati Uniti d'America.
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