"Non è così, la prescrizione non è legata alla riforma del processo penale". Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha risposto a Radio Capital ad una domanda sull'intesa con la Lega sottolineando che "l'accordo politico è che va fatta la riforma del processo penale e che la delega deve avvenire entro dicembre 2019". Ma, ha aggiunto, "nella legge anticorruzione che entra in vigore a gennaio non c'è alcun collegamento con altre leggi. Quella entra in vigore comunque". Il ministro ha smentito inoltre che ci possano essere passi indietro sul reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera M5s.
"Assolutamente no, - ha detto interpellato su alcune indiscrezioni di stampa sul punto - il reddito di cittadinanza entrerà in vigore nel 2019 così come lo abbiamo promesso e presentato". "Il reddito - ha aggiunto il Guardasigilli - non è misura assistenzialista ma un investimento sui cittadini e sulla loro capacità di reinserirsi nel mondo del lavoro. Dunque il reddito di cittadinanza verrà portato avanti e non è in manovra solo perché deve ancora essere scritto nei dettagli, che richiedono ulteriori approfondimenti".
L'INTESA
Lega e M5s raggiungono un compromesso sulla prescrizione che si è subito tradotta in alcuni passaggi parlamentari, che faranno sì che il testo approderà in Aula alla Camera il 19 novembre, per essere approvato entro il 21. I pentastellati incassano l'inserimento della riforma della prescrizione nel ddl anticorruzione, mentre la Lega porta a casa alcune modifiche a questo provvedimento, recependo alcuni suoi emendamenti già presentati nei giorni scorsi. A tenere alta la tensione nella maggioranza rimane però il metodo per arrivare all'applicazione della prescrizione: Secondo M5s scatta automaticamente tra un anno, per la precisione a partire dal 2020, per la Lega è subordinata comunque all'approvazione della riforma Bonafede sul processo penale. Le opposizioni sono sul piede di guerra sia sul merito, sia sul metodo, con il declassamento del dibattito parlamentare rispetto all'accordo tra i due partiti e rispetto persino alle dirette su Facebook, come ha teatralmente dimostrato Giovanni Donzelli di Fdi durante la seduta delle Commissioni.
Di buon mattino il dossier prescrizione era all'ordine del giorno in due riunioni dei due palazzi adiacenti, Montecitorio e Palazzo Chigi. Nel primo si è svolto il dibattito delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia sulla richiesta di M5s di allargare il perimetro del ddl anticorruzione alla prescrizione; nella sede del governo si è invece tenuto il vertice di maggioranza, con Luigi Di Maio, Matteo Salvini e il ministro Alfonso Bonafede, per trovare una intesa di merito sulla prescrizione.
Nelle Commissioni tutte le opposizioni, dal Pd a Leu, da Fi a Fdi, sono intervenute contro l'allargamento, con una serie di interventi ostruzionistici tesi a evitare il voto, visto che alle 10,30 sarebbe iniziata l'Aula, che blocca le sedute delle Commissioni. M5s e Lega hanno taciuto fino alle 10,25, momento in cui è scattato il blitz: i due gruppi si sono dichiarati a favore dell'allargamento dell'anticorruzione alla prescrizione e la presidente della Commissione Giustizia Giulia Sarti ha repentinamente indetto la votazione. La cosa ha suscitato l'ira delle opposizioni con tanto di commessi di Montecitorio schierati per evitare il contatto fisico tra le parti. A innescare la miccia ci ha pensato Giovanni Donzelli (Fdi) in Commissione proprio pochi istanti prima del voto; ha inserito nel circuito audio, che poteva essere ascoltato anche fuori dall'Aula, la diretta Facebook del ministro Bonafede che illustrava l'accordo di maggioranza; il tutto sulla testa dei parlamentari impegnati nel dibattito. Inutile dire che le opposizioni hanno contestato sia il voto in Commissione sia lo scavalcamento del Parlamento e lo hanno manifestato al presidente Roberto Fico, che ha ricevuto i capigruppo; per non parlare di Fi in formato combattente che in Aula ha "occupato" i banchi del governo. Ma i numeri sono i numeri e nella successiva Conferenza dei presidenti dei gruppi, è stato deciso che le Commissioni avranno un'altra settimana per esaminare il ddl anticorruzione compresa la parte sulla prescrizione, che andrà in Aula il 19. La Lega incassa anche l'accoglimento nel ddl anticorruzione di alcuni dei 5 emendamenti presentati che alleggeriscono l'aggravamento delle pene accessorie per il peculato. Nei prossimi giorni la tenuta dell'accordo sarà alla prova del voto in Commissione.
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