In un'intervista a Repubblica, Marco Minniti annuncia il ritiro della sua candidatura a segretario del Pd, "per salvare il partito". L'ex ministro si augura quindi che dalle primarie esca "una leadership forte".
"Quando ho dato la mia disponibilità alla candidatura - afferma Minniti al quotidiano - sulla base dell'appello di tanti sindaci e di molti militanti che mi hanno incoraggiato e che io ringrazio moltissimo, quella scelta poggiava su due obiettivi: unire il più possibile il nostro partito e rafforzarlo per costruire un'alternativa al governo nazionalpopulista".
E' dunque caos candidature nel partito. Già da un paio di giorni erano emerse le perplessità di Minniti. I veleni oscurano la proposta di Martina e Richetti, che lanciano l'idea di consultare gli iscritti in modo vincolante su decisioni chiave come la fiducia a un nuovo governo e la formazione di un esecutivo ombra successiva alla scelta del segretario. "Basta divisioni", ripete Martina. "Ritroviamo l'orgoglio dell'appartenenza al partito", dice l'altro candidato Francesco Boccia, che ironizza: "Fidarsi di Renzi? Un ossimoro". Il favorito nei sondaggi Nicola Zingaretti avverte: "Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd e stia giocando a un gioco macabro. Non dobbiamo permetterlo. Basta con questo gioco al massacro. Non é il momento di picconare e dividere".
"Chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso del PD", scrive su Facebook Matteo Renzi, "Io non mollo di un centimetro - aggiunge - la mia battaglia contro i cialtroni che stanno mandando l'Italia in recessione. Ma non chiedetemi di stare dietro alle divisioni del PD perché non le capisco, non le condivido, non mi appartengono".
"Oggi i media parlano di nuovo delle divisioni del PD - scrive l'ex segretario ed ex premier - e naturalmente c'è sempre qualche fonte anonima che dà la colpa a Renzi. Strano". Renzi ricorda quindi quanto fatto dopo le dimissioni a seguito della sconfitta elettorale: "Da quel momento ho fatto la mia battaglia da senatore dell'opposizione. Perché tale sono stato eletto non da qualche corrente ma dai cittadini del mio collegio. Ho fatto una battaglia contro l'accordo con i Cinque Stelle, per i vaccini obbligatori, contro il taglio alle periferie, contro il condono fiscale e quello edilizio. Su queste vicende la mia voce è arrivata, forte e chiara. Insieme a Padoan ho presentato una controproposta economica che dimezzerebbe lo spread e ridurrebbe le tasse. Ho riunito migliaia di persone alla Leopolda, chiedendo a tutti di non mollare. Continuerò a farlo, ovunque". "Da mesi non mi preoccupo della Ditta PD - scrive ancora - mi preoccupo del Paese".
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