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Summit M5S-ala dura gilet gialli, parte duello con Lega

Summit M5S-ala dura gilet gialli, parte duello con Lega

Ma Drouet si sfila. Salvini avverte 'niente scambi Tav-Diciotti'

ROMA, 06 febbraio 2019, 11:58

Redazione ANSA

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Di Maio, incontra Chalencon - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Maio, incontra Chalencon - RIPRODUZIONE RISERVATA
Di Maio, incontra Chalencon - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'avvio di un dialogo con i gilet gialli per dare slancio alla campagna per le Europee. In un albergo dell'hinterland meridionale di Parigi, Luigi Di Maio incassa una bozza di accordo con Christophe Chalencon, leader dell'ala dura del movimento transalpino e, soprattutto, con quella parte dei gilet gialli che scenderà in campo - con la lista Ric (referendum d'iniziativa polare) - il 26 maggio. Ma a Di Maio, per ora, basta. La prossima settimana, a Roma, l'incontro con la capolista Ingrid Lavavasseur potrebbe segnare un passo decisivo per la ratifica del manifesto comune lanciato dal M5S. Manifesto che, finora, raggruppa partiti minori di Paesi che porteranno a Strasburgo un numero comunque non cospicuo di europarlamentari. Ecco perché, nella strategia del M5S, l'accordo sia pur con una parte dei gilet gialli potrebbe fare da pivot in una campagna dove Di Maio è costretto a destreggiarsi tra socialisti, popolari e i sovranisti capeggiati dal suo alleato Matteo Salvini.

L'incontro con Chalencon e con alcuni esponenti della lista Ric avviene con un vero e proprio blitz Oltralpe, lontano dalle telecamere, che Di Maio e Alessandro Di Battista organizzano in Francia con gli eurodeputati Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo e Tiziana Beghin. "Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi", esulta il vicepremier sottolineando le battaglie in comune con i gilet gialli: dall'ambiente alla democrazia diretta fino ai diritti sociali e al no alla Tav. Si tratta, invero, solo dell'ala più dura, guidata da Chalencon, 52enne fabbro di professione, considerato il leader dei 'gilet gialli liberi' e teorico di una vera e propria guerra civile, con tanto di sostituzione dell'attuale ministro dell'Interno francese con un esponente militare. Poco dopo, non a caso, uno dei principali - e più noti - leader dei gilet gialli, Eric Drouet, disconosce qualsiasi "iniziativa politica" fatta a nome del movimento. Chalencon non ha mai "detto niente alleanze" con il M5S. Le sue parole, nell'intervista al quotidiano Le Parisien, sono state decontestualizzate all'interno di una risposta più ampia in cui viene spiegato che, non avendo i gilet gialli ancora né eletti né liste, è prematuro parlare di "matrimonio" con il M5S per le Europee. E' quanto spiegano fonti vicine al vicepremier Luigi Di Maio spiegando che lo stesso Chalencon, in serata, ha chiarito con il leader M5S il senso delle sue parole al quotidiano francese. "L'alleanza è un matrimonio, io ho parlato di concubinato", ha spiegato Chalencon al vicepremier.

 

Chi è Chalecon, il leader dei gilet incontrato da M5s. Presentato dai media francesi nelle ultime settimane come uno dei leader dei cosiddetti "gilet gialli liberi", ha fatto parlare di sé per una serie di interviste in cui ha parlato di "guerra civile inevitabile". In un post su Facebook del 23 dicembre, accompagnato dalla dicitura "il caos annunciato", aveva lanciato un appello alle dimissioni di Emmanuel Macron, al quale aveva aggiunto un secondo appello all'esercito. Chiedeva un "governo di transizione per sentire e ascoltare il popolo". E precisava: "Lancio un appello a Macron o, se non vuole piegarsi, ai militari. Oggi spetta ai militari entrare in gioco per consentire l'insediamento di questo governo". L'intervento dei militari era stato già invocato da Chalencon il 3 dicembre, quando il leader dei gilet gialli aveva chiesto "un vero comandante" a palazzo Matignon, sede del governo francese. Secondo Chalencon, che ha ripetuto queste affermazioni alla radio Europe 1, questo passaggio avrebbe previsto la sostituzione del primo ministro Edouard Philippe con il generale de Villiers, ex capo di stato maggiore dell'esercito silurato da Macron.

Lo sciopero che paralizza la Francia. Oggi nel paese transalpino rallentamenti, blocchi e disagi nel quadro dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato CGT, a cui aderiscono anche i syndicats FO, Solidaires, France Insoumise e una parte dei gilet gialli. In un tweet, la società che gestisce la Tour Eiffel, uno dei monumenti simbolo di Parigi, avverte che "a causa del movimento di sciopero nazionale, oggi 5 febbraio, l'accesso ai visitatori potrebbe essere problematico". In totale, sono circa 160 gli avvisi di sciopero depositati nel Paese, in particolare, nella funzione pubblica (DGCCRF), nei trasporti (come il gruppo RATP che gestisce la metropolitana di Parigi o le ferrovie SNCF). Disagi, al momento,all'aeroporto di Nantes e blocchi nel porto di Le Havre. Questa mattina, secondo France Info, diverse centinaia di militanti tra lavoratori e gilet gialli hanno bloccato, tra l'altro, i mercati generali di Rungis, alle porte della capitale. Oltre alle rivendicazioni sociali come innalzamento dei salari ed equità fiscale, alcuni sfilano per difendere "la libertà di manifestare". Proprio oggi, infatti, l'Assemblea Nazionale è chiamata ad approvare la controversa legge 'anti-casseurs', che attribuirà ai prefetti la possibilità di vietare le manifestazioni. Un provvedimento che spacca la stessa maggioranza presidenziale di Emmanuel Macron.

   

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