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Tensione nella maggioranza su Diciotti e Autonomia

Tensione nella maggioranza su Diciotti e Autonomia

Gli atti del Senato al pm di Catania. POssibile iscrizione di Conte e Di Maio nel registro degli indagati

17 febbraio 2019, 11:14

di Mimmo Trovato

ANSACheck

Una riunione della Giunta delle Immunità del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una riunione della Giunta delle Immunità del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una riunione della Giunta delle Immunità del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono arrivati alla Procura di Catania gli atti firmati dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli allegati alla memoria del ministro dell'Interno Matteo Salvini, sotto esame della Giunta per le immunità del Senato sul caso Diciotti. Li ha trasmessi la presidenza di Palazzo Madama. La notizia è stata confermata dalla Procura, che non ha fatto altri commenti: "Non posso rilasciare dichiarazioni sulle iscrizioni, che si fanno o meno, per ragioni di segretezza", afferma il procuratore Carmelo Zuccaro. Ma con l'arrivo dei documenti dal Senato la strada giudiziaria sembra tracciata verso l'apertura, come atto dovuto, di un fascicolo. Lo scenario che si prospetta, come conseguenza giudiziaria, è la possibile iscrizione nel registro degli indagati dei tre esponenti del Governo e la successiva valutazione della magistratura della loro posizione.

Una notizia che alimenta il travaglio all'interno del M5s sul voto al Senato per l'autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania per Salvini tanto che il Movimento affida la decisione agli iscritti attraverso la piattaforma Rousseau. Segnali di fibrillazioni arrivano da Torino dove i consiglieri comunali del M5s anticipano che lunedì voteranno "sì" spiegando che "non si può tradire la propria coerenza per non mettere a rischio il Governo, sarebbe un ragionamento da vecchia politica", osservano. I "conti" il M5s li farà online e, conferma il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, l'esito sarà vincolante, anche se lui ritiene che "l'autorizzazione a procedere contro Salvini non vada concessa perché parliamo di un Consiglio ministri che ha agito collegialmente". Una linea 'filo governativa' anticipata dal 'lodo' del senatore Mario Michele Giarrusso che in un video spiegherebbe i motivi per cui votare 'no' in Giunta e in Aula, mentre Pietro Grasso su Fb lo invita a "pensare più a Montesquieu che a Rousseau".

Il centrodestra conferma il suo 'no' all'autorizzazione a procedere e Berlusconi contesta a Salvini di "essersi trovato begli alleati", invitandolo a "riflettere" anche sul futuro. Francesco Bonifazi, capogruppo dem in Giunta per le elezioni, dà per scontato l'esito della consultazione online del M5s: "Casaleggio e Di Maio salveranno il leader della Lega". Per "certificare la libera espressione popolare" Maria Stella Gelmini, presidente dei deputati di Fi, chiede che "una società esterna verifichi i voti su Rousseau". Intanto Salvini si dice "tranquillissimo" su "voto e processo" perché, sostiene, "gli italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza". Anche il ministro all'Agricoltura Gianmarco Centinaio, ostenta sicurezza dicendo che "il governo non è a rischio", ma avverte i M5s: quella sulla Diciotti "è stata una decisione collegiale, allora dovrebbero votare sì per anche per Centinaio, Conte, Di Maio...". Sul ritardi di 5 giorni nello sbarco di 177 migranti dalla nave Diciotti nell'agosto 2018 a Catania il procuratore Zuccaro ha già chiesto l'archiviazione dell'inchiesta su Salvini per sequestro di persona aggravato ritenendo che il ministro fosse "giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale". Tesi non condivisa dal Tribunale per i ministri che ritiene abbia "abusato dei suoi poteri" tenendo i migranti sulla Diciotti per motivi "meramente politici". Stesso collegio chiamato ora a decidere sull'eventuale richiesta della Procura di Catania nei confronti di Conte, Di Maio e Toninelli.

Intanto i toni tra Lega e M5S sull'Autonomia sono accesi: il ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio avverte gli alleati che questa riforma "è nel contratto di governo". Ma fredda è la replica dei Cinque Stelle: il sottosegretario Manlio di Stefano (M5S), prima ricorda a Salvini che "ha il dovere di occuparsi di tutti gli italiani", quindi cerca di calmare gli animi assicurando che il governo "non creerà mai regioni di serie A o di serie B". Stesso concetto ribadito con toni assai più decisi dai pentastellati pugliesi: "Il trasferimento di funzioni non può e non deve essere - ammoniscono 8 consiglieri regionali - un modo per sbilanciare l'erogazione di servizi essenziali a favore delle regioni più ricche. La creazione di un contesto in cui ci sono cittadini di serie A e di serie B è espressamente vietato dalla Costituzione".

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