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Diciotti, M5s al voto online. Ironia di Grillo: "Tra comma 22 e sindrome di Procuste"

Diciotti, M5s al voto online. Ironia di Grillo: "Tra comma 22 e sindrome di Procuste"

'Non è il solito caso sull'immunità'. Il quesito sul blog delle stelle: 'Il ritardo nello sbarco è avvenuto per tutelare l'interesse dello Stato?'. Santangelo: 'Bisogna votare no'

18 febbraio 2019, 11:22

Redazione ANSA

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Matteo Salvini (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Salvini (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Salvini (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli iscritti del M5S potranno votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti  oggi dalle 11 alle 19. E fonti di governo M5s registrano in queste ore "preoccupazione" su una questione che è dirimente per la tenuta del governo. Se dovesse passare l'autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini - si rileva infatti dai pentastellati - è molto probabile una crisi di governo.

"Non è - si spiega sul blog - il solito voto sull'immunità. Di quei casi si occupa l'art. 68 della Costituzione, e su quelli il M5S è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Questo è un caso diverso: stiamo parlando dell'art. 96 della Costituzione. E' un caso senza precedenti perché mai in passato la magistratura ha chiesto al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell'esercizio delle sue funzioni".

Il quesito della consultazione online recita: "Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? - Sì, quindi si nega l'autorizzazione a procedere - No, quindi si concede l'autorizzazione a procedere".

"Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!", ironizza Beppe Grillo in un tweet. Grillo cita il celebre paradosso del romanzo Comma 22 (dove la facoltà di scegliere è solo apparente) e la sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato avere un maggior successo.

"Questo quindi non è il solito voto sull'immunità dei parlamentari - si legge ancora sul web - i quei casi si occupa l'articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare". "Questo è un caso diverso - si spiega - stiamo parlando infatti dell'articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell'esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale". "Quindi ora - si conclude - siamo chiamati a decidere".

"Nessun allarmismo" sul quesito sulla Diciotti pubblicato su Rousseau. "La questione è semplice. La risposta chiesta agli iscritti per il voto è uguale a quella che sarà chiesta martedì ai senatori della Giunta. Cioè se in quel caso si sia agito o meno "per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo". Lo precisa il blog del M5S spiegando che "proprio questa complessa articolazione dimostra che non stiamo parlando dell'immunità di un politico".

"Siamo in due al governo, da solo non sarei riuscito a fare nulla. I Cinquestelle sono compagni di viaggio rispettosi e leali. Di Maio è una persona corretta, provano a farci litigare tutti i giorni, ma non ci riescono". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini nel corso di un comizio a Castelsardo. "C'è chi dice: 'adesso la Lega è il primo partito, se fai saltare tutto chissà quanti parlamentari in più avrai'. Io rispondo che ho dato la mia parola e la mia parola vale più dei sondaggi, anche se abbiamo idee di futuro e di sviluppo diverse. Io non cambio idea". Lo ha detto Matteo Salvini in un comizio elettorale a Castelsardo, parlando del rapporto con i Cinquestelle.

"Ritengo che l'autorizzazione a procedere contro Salvini non vada concessa perché si tratta di una scelta collegiale del consiglio ministri". Così il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Vincenzo Santangelo. "Non saremmo dovuti arrivare a questo - ha proseguito - Salvini avrebbe dovuto rinunciare al voto e farsi processare". "La scelta finale spetterà comunque alla base. Voteremo sì se questa sarà la volontà che emergerà dalle consultazioni online", ha concluso il Sottosegretario.

Ma c'è anche chi contesta lo strumento della consultazione sulla piattaforma. "Voterò sì. Nel nostro programma è prevista l'abolizione di ogni tipo d'immunità per ministri e parlamentari", dice Elena Fattori, senatrice del Movimento 5 Stelle, in una intervista al Quotidiano Nazionale. "Non sono dissidente - sottolinea Fattori -, sono coerente. Il nostro programma parla chiaro", "non sono stata eletta in base al contratto di governo. Io ho un vincolo rispetto al programma del Movimento e basta".

Intanto dalla Sardegna a parlare è Matteo Salvini: "Non siamo - dice replicando a chi gli chiede di uno scambio con M5s sui temi caldi di queste settimane - al mercato del pesce. Io giocavo con le figurine dei calciatori quando andavo alle scuole elementari e ti davo Baresi se mi davi Collovati adesso non è che io ti dia la Tav se mi dai un pezzo di autonomie, però voti No al processo ma mi approvi la legittima difesa".

"Credo che il Movimento Cinque Stelle abbia ormai perso l'anima: ormai sono a destra. Con chi parla con i gilet gialli estremisti non ho nulla da dire, altra cosa confrontarmi con gli elettori che votavano Cinque stelle per la voglia di cambiamento". Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, nel corso di "Mezz'ora in più", su Rai 3. "I lavoratori che non si sentono più rappresentati da quel movimento e ora sono delusi sono miei interlocutori. Stessa sfida - ha aggiunto Martina - vale anche per l'elettorato leghista: l'artigiano della pedemontana non vuole che le grandi opere siano fermate da questo governo...".

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