Rivelazione choc di don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, durante lo speciale "Diario di papa Francesco" su Tv 2000, l'emittente della Cei. Don Vinicio ha denunciato pubblicamente gli abusi subìti da ragazzo in seminario da parte di altri sacerdoti.
"Io mi sono salvato con questo pensiero: i vigliacchi erano loro non io. Non mi sono mai sentito vittima perché le persone malevole, subdole e delittuose erano loro, adulti, presunti o veri educatori", ha aggiunto don Vinicio Albanesi "Erano da mandare al diavolo - ha detto - perché non erano degni. E tutto questo mi è rimasto dentro per 50 anni. Ma non ho avuto sensi di colpa e questo mi ha aiutato invece a guardare al sacerdozio con lo spirito aperto, solare, bello. Il messaggio di Cristo è un messaggio infinitamente propositivo. Sono a volte, non tutti per fortuna, alcuni ad averlo intristito e reso cattivo. Cristo ha difeso i bimbi, la samaritana, i ciechi, gli zoppi. Cristo ha guarito e c'è purtroppo invece chi con le parole provoca ferite e anche la morte", ha concluso.
In Vaticano incontro su "La Protezione dei Minori nella Chiesa", nell'Aula nuova del Sinodo, in programma fino al 24 febbraio, presieduto da papa Francesco. Il Pontefice ha chiesto di trasformare "questo male in un'opportunità di consapevolezza e di purificazione". "Maria ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti", ha aggiunto il Pontefice, invitando ad "ascoltare il grido dei piccoli che chiedono giustizia".Francesco ha chiesto dunque ai vescovi 'concretezza' nelle decisioni:i fedeli attendono misure concrete ed efficaci da predisporre".
"Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, ho pensato di interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia", ha detto papa Francesco. "Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l'umanità", ha proseguito. "Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre - ha aggiunto -. Iniziamo, dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza. Ci vuole concretezza". "Come sussidio - ha detto ancora -, mi permetto di condividere con voi alcuni importanti criteri, formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze Episcopali. Sono delle linee-guida per aiutare la nostra riflessione che vi verranno consegnate. Sono un semplice punto di partenza".
Partecipano all'Incontro i presidenti delle Conferenze Episcopali della Chiesa Cattolica, i capi delle Chiese Orientali Cattoliche, i rappresentanti dell'Unione dei Superiori Generali e dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali, membri della Curia Romana e del Consiglio di Cardinali.
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