La riforma del copyright approvata oggi dal Parlamento europeo è basata sull'accordo di compromesso raggiunto con il Consiglio Ue lo scorso febbraio. Ecco i punti principali:
DIRITTI EDITORI E GIORNALISTI, LINK GRATIS (ART.11). Viene data la possibilità facoltativa agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l'utilizzo dei loro contenuti (riconoscimento dei diritti connessi). Gli snippet brevi - le parole che descrivono un articolo - non sono protetti. I link restano liberi e gratuiti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti.
DIRITTI ARTISTI, NO FILTRI MA RESPONSABILITA' PIATTAFORME (ART.13). Viene riconosciuto il diritto a colmare il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali fanno diffondendo contenuti protetti da copyright e la remunerazione agli autori o detentori dei diritti. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online materiale protetto da copyright non autorizzato ma la responsabilità sarà delle grandi piattaforme come YouTube o Facebook, mentre le piccole sono esentate e le medie hanno obblighi ridotti. Non ci sono obblighi di filtri ex-ante, e l'obbligo di meccanismi rapidi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un'ingiusta eliminazione di un contenuto.
FUORI WIKIPEDIA, OPEN SOURCE, MEME. Il caricamento di contenuti su enciclopedie online che non hanno fini commerciali come Wikipedia o su piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub, e sui cloud è escluso dall'obbligo di rispettare le nuove regole sul copyright. Anche i meme come le parodie, le citazioni e i pastiche sono fuori.
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