"Noi, e quando dico noi mi riferisco ai miei avvocati, ci difendiamo nel processo e non dal processo. Per cui io sono un ultimo, sono debole. Lui, Salvini, così forte ha avuto paura di farsi processare sul caso Diciotti". Lo ha detto Domenico Lucano nel corso della trasmissione Circo Massimo di Radio Capital rispondendo ad una domanda sulle posizioni espresse nei suoi confronti dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini. "In Tribunale a Locri - ha aggiunto Lucano - c'erano avvocati del Viminale. A me non interessa molto la battaglia sulla denigrazione e le cattiverie che forse interessa a Salvini e alla sua parte politica. Confermo: come fa un cristiano a votare per Salvini? In questi mesi, infatti, quelli che hanno supportato me e l'esperienza di Riace sono stati i missionari comboniani, i francescani mi hanno invitato ad Assisi. E' strana questa convergenza di Salvini perché i valori del Cristianesimo sono antitetici a quelli dell'attuale ministro dell'Interno e a quello che politicamente rappresenta. Lo ribadisco più convinto di prima".
Il vicepremier a Lucano: 'Se temessi i processi non farei il ministro' - Paura dei processi? "No, anche perché ne avrò altri. Se avessi paura non dovrei fare il ministro dell'Interno. Quello che ho fatto l'ho fatto per difendere l'interesse nazionale". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, replicando a Mimmo Lucano, che in un'intervista in radio ha detto che ha avuto paura di farci processare sul caso Diciotti. "Penso che sviluppare i paesi in Calabria, in Sardegna, in Lombardia con l'immigrazione di massa non sia il futuro dell'Italia. Al di là dei reati che possono esserci o non esserci, pensare che il ripopolamento e ringiovanimento di un territorio passi dall'arrivo di migliaia di immigrati, secondo me è un modello di sviluppo sbagliato - ha aggiunto, in riferimento all'inchiesta su Riace -. Fossi un sindaco calabrese mi occuperei di dare un futuro ai giovani della mia terra al posto di deportare i migranti".
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