"Domani confido di poter vedere Siri: non ho ancora fissato l'incontro ma sicuramente domani sarà il primo giorno utile per poterlo vedere. Datemi il tempo di riorganizzare l'agenda per la fase di rientro". Così il premier Conte, risponde ai giornalisti che, a margine della sua visita alla Città proibita di Pechino, gli chiedono se al suo ritorno in Italia dalla Cina incontrerà il sottosegretario per valutare la sua posizione dopo l'indagine a suo carico. Poi Palazzo Chigi precisa: Conte rientrerà da Pechino domenica notte e martedì ripartirà per la Tunisia. È molto probabile dunque che l'incontro con il sottosegretario Siri non avvenga lunedì ma nei giorni successivi.
"In Italia - prosegue Conte - riprenderemo il lavoro quotidiano e strategico perché siamo nella 'fase due' del governo, con lo sblocca cantieri, il decreto crescita, le strategie per potenziare la ricerca e rinforzare tutto il sistema dell'istruzione. Dobbiamo lavorare al turismo, rinforzare il sistema agroindustriale, valorizzare i nostri beni culturali". "Abbiamo un'agenda fittissima di lavoro", afferma il premier.
"Sono d'accordo con Salvini e infatti l'ho dichiarato anche io: non sono un giudice. Non è certo con l'approccio del giudice che affronterò il problema". Così Conte replica poi a chi gli domanda dell'intervista in cui il ministro dell'Interno afferma che il premier non è un giudice e che non sono emersi "atti concreti" a carico di Siri. "Non ho letto l'intervista", dichiara Conte, ma "i tempi della giustizia sono altri. Io ho fatto l'avvocato e mai fatto il giudice neppure prima: non lo sono adesso".
La sopravvivenza del Governo non è minacciata dal caso Siri: ne è convinto il ministro dell'Interno Salvini, che, a una domanda sul punto, ha risposto "No, per combattere la droga ci vuole un governo". "Io - ha detto - parlo di vita reale: mi sto occupando di lotta alla droga. Sono pronto a incontrare le comunità di recupero dei tossicodipendenti e a combattere ogni tipo di droga via per via città per città. Non mi occupo di altri. In questo momento il resto del dibattito lo lascio ai giornalisti e ai giudici".
Salvini è intervenuto anche sulla questione delle province: "Se Luigi Di Maio mi spiega chi sistema le scuole e le strade andiamo d'amore e d'accordo - ha sottolineato -. Poi i Cinque Stelle si mettano d'accordo con se stessi, perché altri viceministri dei 5 Stelle stanno lavorando per dare forza alle province". Quella sulle province "è un'ennesima situazione in cui i 5 Stelle devono decidere tra sì no e forse"
Il ministro ha parlato anche delle prossime elezioni comunali a Capalbio: "Dramma per i radical-chic di tutta Italia, nella loro mitica Capalbio potrebbe addirittura vincere un sindaco della Lega. Chissà perché...".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA