Un vertice a Palazzo Chigi apre domani una settimana cruciale per il futuro del governo, alle prese con il nodo rimpasto, le nomine Ue e un rilancio programmatico in quella che il premier Giuseppe Conte ha battezzato la "Fase due". Una riunione a tre per completare il giro di boa, esattamente sette giorni dopo l'appello alla "leale responsabilità" lanciato da Conte ai suoi due vice, dopo lo scossone delle europee, in un confronto nel quale il premier si riserva comunque la parola decisiva. L'appuntamento, annunciato da Conte in un'intervista al "Fatto", in serata non è stato ancora convocato. Il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, per tutta la giornata è a Ginevra (dove tra l'altro sarà il Capo dello Stato Sergio Mattarella).
La Lega fa sapere che la riunione non è mai stata fissata formalmente. Tuttavia, fonti del governo assicurano che nelle prossime ore gli staff si metteranno d'accordo sui dettagli, magari anche con calma direttamente domani. Certamente i dissapori sui minibot, bocciati duramente dal ministro Tria, pesano nel clima interno alla maggioranza. Il premier Conte - allineato con il titolare del Tesoro e sensibile alle preoccupazioni del Colle sui conti - non ci sta ad essere messo in difficoltà dai suoi due vicepremier, soprattutto in vista di una difficilissima interlocuzione con Bruxelles. Pertanto chiederà ancora una volta ai vicepremier un mandato pieno a negoziare, passi concreti, gesti tangibili di appoggio, in modo da portare avanti la legislatura e lavorare assieme alla stesura della prossima legge di bilancio. Il Presidente del Consiglio ribadirà la sua indisponibilità a galleggiare, a "vivacchiare", pur di prendere tempo. La tensione resta alta , malgrado il via libera al decreto sblocca-cantieri dei giorni scorsi e il proficuo faccia a faccia di giovedì tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. L'esito dei ballottaggi di oggi - con un'affluenza al momento in forte calo - sarà uno degli elementi da tenere in massimo conto. Un'eventuale 'invasione' verde anche in Emilia e nelle altre città chiamate al voto, potrebbe spingere Salvini ad alzare ancora di più l'asticella delle sue richieste agli alleati.
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