"La perizia sul Dna delle presunte
spoglie di Maria Fresu non ha dato esiti univoci e sicuri quali
ad esempio la riconducibilità di tali resti a una sola persona"
e di conseguenza "l'eventuale espletamento di altre perizie sul
Dna porterebbe comunque a un binario morto". Lo ha detto il
presidente della Corte d'Assise, Michele Leoni, leggendo una
ordinanza in cui ha detto 'no' a ulteriori perizie sul Dna delle
vittime. A "rappresentare l'opportunità di disporre altre
perizie sul Dna di altre vittime accertate", ha ricordato, era
stata la difesa di Gilberto Cavallini, imputato per concorso
nella strage del 2 agosto 1980.
Uno dei legali dell'ex Nar, Alessandro Pellegrini, pur senza
fare una richiesta diretta, aveva lasciato intendere che "per
illuminare le zone d'ombra del processo, se qualcuno volesse
estendere a quelle sette persone l'esame del Dna, noi
appoggeremmo la richiesta". La Corte ha rigettato, disponendo
l'acquisizione delle ricognizioni cadaveriche fatte all'epoca
sulle vittime.
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