'Prendo atto che Italia Viva si è isolata dalla maggioranza votando insieme a Forza Italia e alle opposizioni'. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a 'Circo Massimo' su Radio Capital ha risposto alle critiche di Matteo Renzi alla riforma sulla prescrizione. 'La proposta che voleva abolire la prescrizione non è passata, abbiamo bloccato Fi e il centro destra'. A parte Italia Viva, ha concluso il Guardasigilli, 'vedo una maggioranza che ha deciso di andare avanti, con un Pd molto compatto'. La scorsa settimana, ha ricordato Bonafede, c'è stato un vertice sulla giustizia nel corso del quale "sono state raccolte le diverse sensibilità" fino ad arrivare alla proposta di mediazione che prevede, sostanzialmente, di distinguere tra condannati e assolti in primo grado: in caso di condanna si interrompe la prescrizione, se invece l'imputato viene assolto scatta una sospensione lunga (che potrebbe essere di due anni). "Sto lavorando proprio per scrivere questa nuova proposta e portarla all'attenzione della maggioranza. Tutte le forze di maggioranza - sottolinea ancora Bonafede - si sono sbloccate a seguito di questa proposta e abbiamo deciso di andare avanti. E ieri Italia Viva si è isolata rispetto a questo sblocco". A parte Italia Viva, ha concluso il Guardasigilli, "vedo una maggioranza che ha deciso di andare avanti, con un Pd molto compatto"
Scontro Pd-Iv minaccia governo - Il giorno dello scontro più duro tra Pd e Italia Viva dalla scissione di Matteo Renzi, si consuma tra giustizia ed elezioni regionali, proiettando ombre perfino sulla tenuta della maggioranza e del governo. Dem e Iv si dividono su prescrizione e candidati da appoggiare in Puglia e in altre regioni, tra accuse, rispettivamente, di aiutare Matteo Salvini e di essersi ormai omologati al M5S. Una tensione che covava da settimane e che esplode prima di tutto in Commissione Giustizia alla Camera. La maggioranza boccia la proposta di legge di Enrico Costa (Forza Italia) che stravolgerebbe la riforma Bonafede per lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, ma Italia Viva, in nome del garantismo, vota con il centrodestra, come annunciato da tempo. M5s, Pd e Leu la spuntano 23 a 22 grazie al voto inusuale della presidente della Commissione, la cinquestelle Francesca Businarolo. Subito si scatena la polemica tra gli ex compagni di partito. "Il Pd ha deciso di recedere su principi come quelli del diritto e del giusto processo - afferma Lucia Annibali (Iv) - per andare a rimorchio del M5S anche sulla giustizia". "Siamo rimasti fedeli alla legge Orlando, non è possibile che ci sia un processo senza fine", spiega in serata Renzi, evocando colui che fu suo ministro della Giustizia, ora vicesegretario dem. "Noi pensiamo che si possano evitare regali a Salvini e alla Meloni - commenta Orlando - e al contempo difendere le garanzie costituzionali". "Iv ha tenuto in Commissione un atteggiamento ambiguo - dice Walter Verini (Pd) -. Siamo andati a rimorchio della coerenza e del fatto che per la prima volta c'è l'occasione in questo Parlamento di discutere e di arrivare a tempi certi dei processi. Noi non voteremo mai con Salvini". Lo scontro non si limita alla giustizia. In un'intervista, Renzi parla della durata del governo e avverte, "questo lo vediamo dopo la verifica". Ore dopo in tv affonda: "Il nuovo Pd si sta spostando su una linea di maggiore contiguità con i grillini. Una grande alleanza da D'Alema a Toninelli? Mi sento male solo a pensarci". Il tema lo pone crudo Michele Bordo, vice capogruppo Pd alla Camera: "Se Italia Viva, dopo aver votato con Salvini e il resto delle destre e dopo aver rotto l'alleanza di centrosinistra in Puglia, vuole continuare ad aiutare le opposizioni, mettendo a rischio la tenuta del governo, lo dica chiaramente". E in vista delle regionali Ettore Rosato di Iv incontra Carlo Calenda, leader di Azione, e decidono di cercare un candidato comune in Puglia - dove non piace Michele Emiliano sostenuto dal Pd - e in altre regioni. I dem non la prendono affatto bene.
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