Il rischio che l' emergenza coronavirus possa gettare l' Italia in recessione c'è. E per evitarlo, insieme a tutte le parti sociali è stata chiesta al governo "un'azione di sistema". Lo spiega il segretario della Cgil Maurizio Landini in un'intervista in apertura della Stampa.
"Bisogna riavviare tutte le attività, comprese quelle fuori dalle zone direttamente coinvolte - spiega-. Serve un grande piano che rilanci il lavoro di qualità, gli investimenti pubblici e privati, la formazione e la ricerca, e aprire una discussione con l' Europa sullo scomputo dal deficit degli investimenti e delle spese necessarie per affrontare questa situazione eccezionale, che colpisce ovunque ma, per ora, l' Italia in modo pesante".
Di fronte all'emergenza "c'è stata una risposta eccezionale del Servizio Sanitario Nazionale pubblico - aggiunge Landini -.
Bisogna però riconoscere, senza alcuna polemica, che va rafforzato il coordinamento tra lo Stato e le Regioni, che si è rivelato un punto di grande debolezza". Ora "dobbiamo, con grande calma e responsabilità, applicare fino in fondo tutte le misure di sicurezza indicate dagli organismi sanitari internazionali, ma dall' altra bisogna gradualmente andare verso la riapertura di tutte le attività, dalle scuole ai cinema ai teatri".
Il sindacato incontrerà il governo mercoledì 4: "Il Presidente Conte deve sapere che "serve un provvedimento che estenda, nel rapporto con le regioni, gli ammortizzatori sociali, compresi quelli in deroga, a tutte le forme di lavoro e alle imprese di tutte le filiere produttive e dei servizi coinvolte sia nelle zone rosse che fuori". Sono necessari "investimenti ma anche una cabina di regia: è il momento di varare un' Agenzia per lo sviluppo che coordini cantieri, infrastrutture e azioni per i settori strategici".
Inoltre, secondo la Cgil in questo momento accrescere le tensioni sul piano politico-istituzionale, "è una forzatura insopportabile. Non si può speculare sulla pelle delle persone.
Se si vuole fare sistema non c'è bisogno di cambiare governo".
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