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Coronavirus, 9 Regioni chiedono chiarimenti al governo su Dpcm

Coronavirus, 9 Regioni chiedono chiarimenti al governo su Dpcm

Richiesta dei governatori di Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e di presidenti delle Provincie autonome di Trento e Bolzano.

09 marzo 2020, 11:58

Redazione ANSA

ANSACheck

Milano, 8 marzo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milano, 8 marzo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano, 8 marzo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella notte la firma del Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte. Ma sono iniziate le polemiche tra chi definisce le misure 'esagerate' e chi invece si dice d'accordo con la scelta del governo. 

"Attivare subito, con assoluta urgenza, un tavolo di confronto tra il Governo, le Regioni e le Province autonome". Lo chiede il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, con i presidenti di Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Insieme, infatti, hanno sottoscritto una richiesta di confronto immediato, in videoconferenza, con il premier Conte relativamente alle disposizioni dell'ultimo decreto sull'emergenza coronavirus".

Sindaco Asti, 'chiuderci è una follia' - "Una follia, un disastro che non ci aspettavamo". Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, commenta così la decisione di isolare per coronavirus anche la provincia di Asti. "Questa mattina saremo di nuovo convocati in Prefettura, dopo la riunione della notte, ma non sappiamo ancora di preciso cosa accadrà. Ad ora non ci é stato spiegato il motivo di questa scelta". La situazione, ad Asti, era "sotto controllo"l, ha detto il sindaco. "Sono giorni che monitoriamo la situazione, in stretto contatto con l'ospedale. Anche lì era tutto sotto controllo", ribadisce il primo cittadino, critico nei confronti del provvedimento. "Nelle prossime ore ci verrà spiegato il decreto, che deve ancora essere pubblicato, ma che è stato annunciato ufficialmente", sottolinea, rivelando di avere ricevuto telefonate da decine di astigiani allarmati. "C'è chi è al mare, o in montagna, e voleva sapere se doveva tornare. Sono tutti molto preoccupati".

Sindaco di Novara, zona rossa unica cosa da fare - "Non era pensabile che la nostra provincia, a ridosso della Lombardia e con un via vai di novaresi verso Milano ogni giorno potesse non essere inclusa tra le 'zone rosse'". E' il commento del sindaco di Novara Alessandro Canelli. "Quando ieri il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, mi ha preannunciato che la nostra provincia, a differenza di Asti e Alessandria, era esclusa dai provvedimenti più drastici, - spiega il sindaco di Novara - l'ho pregato di farsi sentire con il governo. E sono molto soddisfatto che alla fine ci sia riuscito. Era l'unica cosa da fare". "Per chi deve prendere decisioni - aggiunge Canelli - non c'era alternativa. Anzi, sono convinto che questi provvedimenti avrebbero dovuto essere assunti due settimane fa, ma allora forse mancava la percezione della gravità della situazione e non c'è stato il coraggio sufficiente". "Come Comune - conclude il sindaco di Novara - ridurremo tutto tranne i servizi essenziali, lasciando a casa anche il personale che non sarà ritenuto necessario".

Regione Veneto, misura sproporzionata - Il Veneto si oppone alla creazione delle tre zone di isolamento nella regione previste dal Dpcm. Nelle controdeduzioni inviate al Governo, il comitato tecnico scientifico di supporto all'Unità di crisi aveva chiesto "lo stralcio delle 3 province di Padova Treviso e Venezia dal decreto". A fronte di cluster circoscritti, "e che non interessano in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende - è scritto nelle controdeduzioni - il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'andamento epidemiologico".

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, critica il decreto del premier Giuseppe Conte sul coronavirus considerando "esagerata e inopportuna" la decisione di definire area rossa le tre province venete e chiede quindi lo stralcio di esse. Zaia ha sottolineato che "non è stato interpellato per un parere prima della definizione del decreto e che l'ultimo contatto con Conte è stato prima di mezzanotte".

Provincia Rimini, misure severe e giustificate - "Ora il decreto c'è. Le misure sono molto severe e sono giustificate. Lo studieremo bene in unità di crisi provinciale e organizzeremo bene e insieme il da farsi. La priorità su tutto è fermare il contagio e garantire la salute pubblica". Così, sulla sua pagina Facebook, il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, commenta il Dpcm varato nella notte che prevede, tra le altre cose, di evitare spostamenti in entrata e uscita nella regione Lombardia e in 14 province, compresa quella di Rimini, di Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche.

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