Arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri il braccio di ferro tra M5s e gli alleati di governo sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano come braccianti, colf o badanti. La riunione del Cdm slitta, tra le tensioni, a martedì, probabilmente nel pomeriggio. E M5s insiste che un accordo ancora non c'è e va trovato. Ma gli alleati temono un tentativo di far saltare la norma, instradarla su un binario morto, o comunque continuare a mettere in discussione ogni forma di mediazione. Perciò in serata sia il ministro Roberto Gualtieri che fonti governative del Pd assicurano che la norma sarà in Cdm, così come concordato domenica notte. Il via libera, ribadiscono, nel corso del vertice di governo è arrivato anche dai ministri M5s, che sarebbero stati sempre in contatto con il capo politico Vito Crimi. Nel testo, spiegano i Dem, "sono stati inseriti una serie di vincoli per accogliere le obiezioni M5s, inclusa l'esclusione di ogni sanatoria per chi sia stato condannato per reati come il caporalato: non si può continuare a discutere all'infinito". Al premier Giuseppe Conte, dicono le stesse fonti, spetterà una mediazione. Ad agitare il percorso del decreto, al di là dei dubbi dei partiti su singole norme (il M5s sul tema delle banche, Iv sul bonus turismo per le vacanze in Italia), ci sono anche le richieste degli enti locali. I sindaci delle città turistiche lanciano un grido d'allarme: si rischia il default. E i presidenti di Regione lo dicono nel corso del tavolo con Conte, Speranza e Boccia: "nel decreto sono stanziati 1,5 miliardi, ma ne servono 5,4".
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