Italia Viva mette da parte il proprio "niet" alla legge elettorale, che aveva bloccato il Germanicum per tutto luglio, permettendo a questa riforma sollecitata dal Pd di compiere martedì prossimo il primo passo formale. Il partito di Renzi ha infatti dato il proprio consenso in Commissione Affari costituzionali della Camera a calendarizzare per l'8 settembre l'adozione del Germanicum come testo base. suscitando le reazioni positive del Pd, il cui segretario Nicola Zingaretti, su Repubblica, aveva lanciato il proprio "J'accuse" contro gli alleati. Con il cammino della legge elettorale si incrocia il referendum sul taglio dei parlamentari, con i due fronti che scenderanno entrambi in piazza il 12 settembre.
"Non e' più possibile sopportare l'ipocrisia di chi agisce per destabilizzare il quadro politico attuale" ha scritto Zingaretti in una lettera a Repubblica. In particolare il segretario Dem ha stigmatizzato chi vuote "indebolire il Pd e il governo" attraverso la vittoria del No al referendum e bloccando le riforme collegate al taglio dei parlamentari, compresa quella elettorale, su cui il Pd insiste dopo che erano state concordate nella maggioranza.
Un richiamo forte che almeno in Commissione Affari costituzionali della Camera ha trovato un riscontro: il capogruppo di Italia Viva, Marco Di Maio, ha dato l'assenso a votare martedì prossimo il Gemanicum (proporzionale con soglia al 5%) come testo base, mentre venerdì 4, saranno presentati gli emendamenti alla riforma costituzionale a prima firma di Federico Fornaro (Leu) che vuole compensare gli effetti negativi del taglio dei parlamentari. Un via libera da parte di Iv, che faciliterà Zingaretti nel proporre alla Direzione di lunedì prossimo il sì al referendum, alla luce del fatto che "il cantiere delle riforme si è rimesso in moto" come hanno detto Roberta Pinotti e Andrea Orlando. E un plauso al "passo avanti" viene da molti dirigenti Dem, come Stefano Ceccanti o Emanuele Fiano, che è anche relatore alla legge elettorale.
E il presidente della Commissione Affari costituzinali, Giuseppe Brescia, M5s, si è detto pronto a "parlare" anche di una richiesta di Iv, vale a dire la sfiducia costruttiva che dovrebbe accompagnare un ritorno al proporzionale. Di ben altro parere il centrodestra, i cui capigruppo in Commissione (Igor Iezzi della Lega, Emanuele Prisco di Fdi e Francesco Paolo Sisto di FI) hanno tuonato contro "la forzatura sulla calendarizzazione del voto per l'adozione del testo base della legge elettorale che ignora totalmente le priorita' del Paese, privilegiando le spicciole ragioni di convenienza politica del Pd". "Il testo base della maggioranza non sara' mai legge, ma c'e' chi si accontenta" ha ironizzato Maria Stella Gelmini. Se si rasserena il tempo sulla legge elettorale, in casa Dem ci sono ancora nuvoloni sul referendum.
I promotori del No, come Tommaso Nannicini, Matteo Orfini, Francesco Verducci e Fausto Racini criticano Zingaretti che ha politicizzato l'esito legando ad esso la sopravvivenza del governo. In una conferenza stampa i parlamentari di vari partiti che hanno raccolto le firme per il referendum hanno detto di cominciare a credere in una vittoria del No, specie se gli elettori saranno poco numerosi. Renato Brunetta ha esortato Berlusconi, Salvini e Meloni a fare un patto per lasciare libertà di voto. M5s punta invece a mantenere l'attuale prevalenza di sì, fotografata dai sondaggi, e il 12 settembre organizzerà un "VotaSiDay", con gazebo e banchetti nelle piazze di tutta italia. Lo stesso giorno ci sarà una manifestazione anche del Comitato giovanile per il No, a cui aderiranno anche le Sardine.
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