Non è un no definitivo, ma un netta bocciatura quella di Conte al Mes. Il premier afferma che il prestito verrà chiesto se ci sarà un "fabbisogno di cassa", ma i fondi Ue porterebbero un risparmio "molto contenuto" con il rischio di dover rientrare dal debito con "nuove tasse e tagli" e di incorrere in uno "stigma" sui mercati.
Gelido il Pd, con Nicola Zingaretti che invita a non liquidare un tema così importante come il Mes "con una battuta in conferenza stampa", mentre Matteo Renzi parla di "grave errore politico" e di "danno per gli italiani".
Conte, all'assemblea Ania propone un 'nuovo patto pubblico-privato' per ripagare la fiducia dell'Europa.
"Sul Mes noi non vogliamo togliere le castagne dal fuoco al governo, che ha al suo interno un dibattito a volte molto pesante", ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia a SkyTg24. "I cittadini sappiano - ha aggiunto - che non dipende dal governatore. Giustificheranno il loro no, se è un no, non si è ben capito".
"Il presidente del Consiglio aveva detto che del Mes avremmo discusso e deciso in Parlamento. Stiamo aspettando il piano del governo per rafforzare e ammodernare la sanità pubblica, soprattutto quella territoriale. La maggioranza ha deciso che questo sarà il percorso e non bastano battute per cambiarlo". Lo dichiara il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, interpellato al telefono dall'ANSA dopo le parole pronunciate ieri in conferenza stampa dal premier Conte. "Venga Conte in Parlamento col programma per la sanità pubblica e discutiamo se le risorse del Mes siano le più convenienti, come noi del Pd riteniamo oppure se qualcuno ha idee migliori. Non sono d'accordo con quanto detto ieri da Conte, con il riferimento alle tasse e ai tagli da fare, se dovessimo usare il Mes", conclude.
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