La Calabria non ha bisogno di Gino Strada per riorganizzare la propria rete ospedaliera e renderla all'altezza del confronto con un nemico terribile come il Covid. Di questo è convinto il presidente facente funzione della Giunta regionale Nino Spirlì che senza mezzi termini ha detto "ma cosa c'entra Gino Strada?". La Calabria, è stato il suo ragionamento, "è una regione dell'Italia, non abbiamo bisogno di medici missionari africani", "ci sono fior di professori, si cerchi qui chi si deve occupare della sanità calabrese, non abbiamo bisogno di geni che vengono dalle altre parti del mondo men che meno del professore Strada". Parole che hanno fatto sobbalzare il movimento delle Sardine - promotore della prima ora del nome del fondatore di Emergency quale nuovo commissario al posto del dimissionario Saverio Cotticelli - che hanno definito Spirlì come "presidente per caso" e le sue parole "un'ennesima testimonianza di inadeguatezza ed inettitudine".
Le parole di Spirlì, comunque, dimostrano, se mai ve ne fosse stato bisogno, la sua avversione - e di gran parte della politica calabrese - per il commissariamento e per i commissari, protagonisti - le parole del presidente facente funzione - di una "giostra televisiva facendosi vedere, uno un po' rimbambito dicendo che era stato drogato e l'altro dicendo che per prendersi il virus bisogna mettersi la lingua in bocca". Riferimento scontato alle interviste rilasciate dal generale Saverio Cotticelli, dimessosi proprio per le cose dette, o meglio non dette, a proposito del piano Covid per la Calabria, ed al video in cui è protagonista il suo successore Giuseppe Zuccatelli. Entrambi sono finiti al centro di violente polemiche, ma mentre nel caso di Cotticelli queste si sono attenuate con le dimissioni, quelle su Zuccatelli sono sempre accese. Il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, confermando le "interlocuzioni" con Strada, è tornato ad invocare la calma: "Zuccatelli ha fatto un passo falso, anzi ha detto una scemenza, ma ha un curriculum valido: lasciamolo lavorare in santa pace".
A prescindere dal nome, quel che è certo è che il commissariamento - che vige da oltre 10 anni in Calabria - andrà avanti per altri due anni. Così prevede il nuovo decreto del Governo depositato ieri alla Camera. Un decreto che "crea condizioni nuove per un rilancio della sanità calabrese" per dirla con le parole del ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà durante il question time. Ed è stato lo stesso D'Incà a chiarire che sì, il piano Covid in Calabria c'è e lo ha adottato proprio Cotticelli "con decreto del 18 giugno 2020" e con approvazione del Ministero della salute il 3 luglio 2020 e successivamente trasmesso al Commissario il 6 luglio. Ma a mettere sale sulle ferite di una regione diventata zona rossa soprattutto per le carenze della rete sanitaria, ci ha pensato il predecessore di Cotticelli, Massimo Scura che ha attribuito la mancanza di personale proprio a Cotticelli, per non avere dato corso al suo piano di assunzioni, concludendo che "la Regione ha avuto 88 milioni di euro o anche di più, per il piano Covid ma non sono mai stati distribuiti alle singole Asp e singole aziende ospedaliere perché queste, non hanno mai predisposto un piano Covid".
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sentito il fondatore di Emergency Gino Strada. Il suo nome era stato proposto da esponenti del Movimento 5 stelle e dalle Sardine per la sanità in Calabria, dopo il caso emerso attorno alla nomina di Giuseppe Zuccatelli a commissario della sanità regionale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA