Abruzzo in zona rossa e 3 regioni - Friuli Venezia Giulia, Molise e Veneto - che devono adottare ulteriori misure per contenere la crescita del virus nei propri territori ed evitare di mandare in sofferenza le strutture ospedaliere. Le indicazioni che scaturiscono dal monitoraggio settimanale del Ministero della Salute, nonostante l'indice di contagiosità (Rt) sia passato in una settimana dall'1,4 all'1,18, confermano come l'epidemia sia ancora a "livelli critici" in tutta Italia ed imponga di mantenere, ed in alcuni casi rafforzare, le restrizioni già in atto. I provvedimenti adottati nelle ultime settimane, ribadisce il ministro della Salute Roberto Speranza, "sono l'unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo". I dati, con 17 regioni e province autonome a rischio alto e tutto il Paese in cui è reale il "rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile", dicono dunque che è ancora troppo presto per ipotizzare un allentamento delle restrizioni. Lo sottolinea chiaramente il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro: "non dobbiamo cantare vittoria. Bisogna mantenere con forza le misure adottate". Ecco perché "se ci sarà una qualche 'descalation' - ripetono fonti di governo - non sarà prima del 3 dicembre", quando arriverà il nuovo Dpcm.
A Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano, si aggiunge così in zona rossa anche l'Abruzzo. Speranza ha firmato l'ordinanza in vigore da domenica 22 anche se la regione, di fatto, era già nella fascia con le misure più dure da qualche giorno per volere del presidente Marco Marsilio. Con un'altra ordinanza il ministro ha invece rinnovato fino al 3 dicembre i provvedimenti per le prime 6 regioni che erano finite in fascia rossa e arancione.
L'Abruzzo è quindi al momento l'unica regione che cambia colore ma, avverte l'Istituto superiore di Sanità, ce ne sono altre tre in bilico perché hanno un rischio moderato ma con una probabilità elevata di passare al rischio alto nel prossimo mese. Sono il Friuli Venezia Giulia, che oggi è arancione, Molise e Veneto, che restano al momento in fascia gialla: tutte e tre hanno oltre il 50% di probabilità di superare le soglie critiche di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva nei prossimi 30 giorni se si mantiene invariata la trasmissibilità del virus. Per questo, dice l'Iss, "si raccomanda alle autorità sanitarie di valutare la possibile adozione di ulteriori misure di mitigazione".
Chi si è già mosso è il Lazio, che rimane comunque in zona gialla: il presidente Nicola Zingaretti ha firmato un'ordinanza che prevede la chiusura alle 21 di attività commerciali e supermercati fino al 30 novembre.
Si è intanto insediato il tavolo tecnico tra governo e regioni che dovrà valutare se e come modificare i parametri che consentono l'attribuzione delle zona gialla, arancione o rossa. Un lavoro che andrà avanti fino a fine mese e che sarà alla base dei provvedimenti per il periodo natalizio. Al momento il governo non ha ancora messo mano alle misure ma una delle ipotesi che circola tra i tecnici è che vi possano essere due diversi Dpcm.
"Lo ripeto: non abbiamo vinto nulla e non è il caso di festeggiare, anche perché abbiamo a oggi 3.057 morti e 2.500 ricoverati, dei quali quasi 300 in terapia intensiva. Il virus esiste e non è una fantasia, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia". Lo dice all'ANSA il governatore Luca Zaia. "Dal punto di vista comportamentale - prosegue - dobbiamo guardare a questo giallo come fosse un rosso fuoco, perché non dobbiamo avere assolutamente cali di tensione: il Covid circola e gli ospedali sono sotto pressione".
Intanto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è tornato a polemizzare. "Sono arrivati degli ispettori in Campania, un'altra cialtronata tutta propagandistica, che serviva, come la zona rossa, a parare l'onda di sciacallaggio politico mediatico. Bisognava far finta di mettere qualcosa insieme e ancora oggi la regione non è a conoscenza delle relazioni degli ispettori. Sono sui giornali ma noi non ne siano stati informati". Lo ha detto il governatore Vincenzo De Luca in confereza stampa.
LA CONFERENZA STAMPA
"Ma quale zona rossa, è stato giusto chiuso qualche negozio. In Campania - ha attaccato - abbiamo istituito non la zona rossa ma una zona rose'. Una zona - ha proseguito De Luca citando i versi di una canzone popolare molto nota negli anni '60 - fiorin fiorello l'amore e' bello vicino a te. Ma dobbiamo avere carità cristiana in questo periodo - ha concluso il governatore - lasciamo perdere". Sì alla collaborazione tra Regione e governo ma a patto che ci siano "buona educazione e una correttezza di fondo reciproca", ha detto ancora. "Ben vengano tutti gli sforzi possibili per il massimo massimo della collaborazione tra territori e governo nazionale - ha spiegato nel corso del suo appuntamento settimanale sui social - pero' se non vogliamo che gli appelli siano tempo perso e rimangano petizioni di principio bisogna parlare chiaro e dirsi la verita'. Ci devono essere dei presupposti senza i quali la collaborazione diventa impossibile. Il primo presupposto è la buona educazione e la correttezza reciproca. Mi riferisco al governo e ad alcuni ministri".
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