Nel corso del G20 apertosi oggi sotto la presidenza dell'Arabia Saudita, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato un messaggio nel quale assicura che "il G20 rifletterà il nostro impegno per una rapida ripresa" dalla crisi pandemica e per "trovare soluzioni per le maggiore sfide che l'umanità sta affrontando oggi, dal climate change al perdurare delle diseguaglianze. Noi dobbiamo restare uniti e usare le opportunità che ci ha offerto questa crisi per creare una nuova, migliore, normalità". "L'imminente presidenza italiana del 2021 - ha proseguito -è determinata nel proseguire l'importante azione del G20" sulla base dei "risultati" del summit di Riad.
"L'imperativo - sottolinea Conte - deve essere garantire l'accesso alla diagnosi, alle terapie, e ai vaccini a tutta la comunità mondiale: per l'Italia sono beni pubblici globali, diritto di tutti e non privilegio di pochi". Dobbiamo affrontare la terribile prova imposta dal Covid-19 investendo nella salute pubblica: è un imperativo morale e sociale oltre che politico. Usciremo dalla crisi solo concependo "un nuovo inizio", ponendo la persona al centro degli sforzi sulle sfide globali. L'impegno italiano su queste prerogative continuerà con l'assunzione della Presidenza G20 per il prossimo anno: l'Italia promuoverà uno sforzo coordinato per superare la crisi economica, con particolare riguardo ai Paesi più vulnerabili, ha spiegato.
"Il G20 ha preso misure senza precedenti" nella lotta al Covid e, "mentre continuiamo a combattere il virus e mentre accogliamo con favore le recenti notizie provenienti dalla ricerca sui vaccini, dobbiamo anche guardare avanti, al nostro futuro e al futuro delle giovani generazioni. Dobbiamo rafforzare la nostra collaborazione con le istituzioni multilaterali e renderle più efficaci, compresa un'Oms rafforzata".
Negli ultimi mesi la comunità internazionale ha affrontato una pandemia senza precedenti dal secolo scorso, con impatti socioeconomici e sanitari sconvolgenti. Il bilancio delle vittime è salito a oltre un milione e il Fmi ha previsto che 90 milioni di persone in più cadranno in povertà entro la fine del 2020. La recrudescenza della pandemia in molte regioni richiede, ancora una volta, decisioni difficili da parte dei governi e importanti sacrifici da parte dei loro cittadini".
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