Non si scioglie il nodo della crisi. In vista del voto di mercoledì sulla giustizia e il ministro Bonafede, la maggioranza è a caccia dei numeri al Senato. Tra i responsabili, anche chi ha votato la fiducia martedì, come la senatrice Lonardo, ora chiede 'garanzia' prima di dire sì al Guardasigilli.
Tabacci, che lavora a nuovi gruppi centristi, va da Di Maio a Palazzo Chigi e chiede un Conte-ter: 'Rafforzare la maggioranza si può, ma serve un governo nuovo, non basta un piccolo rimpasto. Conte è l'unico punto di equilibrio di questa legislatura', dice. Intanto, Italia Viva apre, ma chiede 'una soluzione politica di respiro'.
I deputati e i senatori di Italia Viva osservano "con preoccupazione lo stallo istituzionale di questi giorni, la difficile situazione sanitaria e i drammatici dati economici del nostro Paese" e "ribadiscono con forza la necessità, già espressa nel dibattito parlamentare, di una soluzione politica che abbia il respiro della legislatura e offra una visione dell'Italia per i prossimi anni". E' quanto si legge in un documento di Iv, che l'ANSA ha visionato, che conferma che "si muoveranno tutti insieme in modo compatto e coerente in un confronto privo di veti e pregiudizi, da effettuarsi sui contenuti nelle sedi preposte". Nel documento, approvato al termine della lunga assemblea notturna dei gruppi Iv e che porta la firma di tutti i deputati e i senatori, si ringrazia "Teresa Bellanova, Elena Bonetti, Ivan Scalfarotto per la straordinaria dimostrazione di coraggio, libertà e spirito di squadra che hanno dato e stanno dando in questi giorni lottando per le idee e gli ideali non solo di Italia Viva".
"Leggiamo dichiarazioni e interviste di esponenti politici ancora convinti che ci sia spazio per ricucire con Renzi. Questo nonostante le mie e le nostre affermazioni nei giorni precedenti siano state chiarissime in tal senso. Allora lo ribadisco, a scanso di ogni equivoco: per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi, la porta è definitivamente chiusa". Lo sottolinea, interpellato al telefono dall'ANSA, il capo politico M5S Vito Crimi. "Non torneremo con chi è inaffidabile fino a questo punto: con chi si è reso responsabile di una crisi in un momento tanto drammatico per il Paese", aggiunge.
"Ho sempre ritenuto che la mancata revoca" di Autostrade "durante il Conte I fosse imputabile alla pavidità di Salvini. Al contrario ritenevo che il Conte II avrebbe trovato le stesse identiche difficoltà per la contiguità di taluni esponenti del pd con determinati gruppi industriali italiani. E mi riferivo, soprattutto, alla compagine renziana, trombettieri del peggior establishment del Paese. Oggi che allontanare definitivamente il renzismo dalla scena politica italiana non è affatto impossibile, credo sia un dovere morale andare fino in fondo". Così Alessandro Di Battista in un editoriale su Tpi.it rilanciato su Fb. "Non dimentico le parole che l'Ing. De Benedetti disse al suo broker il 16 gennaio 2015: "Faranno un provvedimento. Il governo farà un provvedimento sulle popolari". E ancora: "Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa". Poco dopo il governo Renzi fece il provvedimento e l'Ingegnere incassò centinaia di migliaia di euro di plusvalenze. Non dimentico il #Ciaone lanciato dal renziano Carbone per irridere milioni di italiani che si stavano recando alle urne per votare al referendum sulle trivelle. Non dimentico lo strisciante liberismo che si nascondeva dietro le leggi renziane sul lavoro", ricorda l'ex deputato M5S. "Non dimentico le offensive da borghesucci che si sentono élite contro il reddito di cittadinanza, oltretutto avanzate da chi, nel 2019, ha dichiarato un reddito di oltre un milione di euro. Non dimentico, sebbene la stragrande maggioranza dei media sembra averlo fatto, le indagini che coinvolgono i principali esponenti del giglio magico: Renzi, Boschi, Carrai, l'avvocato Bianchi. Tutti indagati nell'ambito dell'inchiesta che riguarda la Fondazione Open. L'indagine che coinvolge Bonifazi riguarda un'altra fondazione, la Eyu. Sono tutti, ovviamente, innocenti per queste inchieste ma sono colpevoli le loro politiche.
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