"Mi ribello ad una giustizia che
calpesta la verità. E' come vivere in un mondo capovolto, dove
chi ha operato per il bene di Taranto viene condannato senza
l'ombra di una prova. Una mostruosità giuridica avallata da una
giuria popolare colpisce noi, quelli che dai Riva non hanno
preso mai un soldo, che hanno scoperchiato la fabbrica, che
hanno imposto leggi all'avanguardia contro i veleni industriali.
Appelleremo questa sentenza, anche perché essa rappresenta
l'ennesima prova di una giustizia profondamente malata." Lo
afferma l'ex governatore pugliese Nichi Vendola dopo la sentenza
sull'Ilva di Taranto.
"Sappiano i giudici che hanno commesso un grave delitto
contro la verità e contro la storia. - prosegue Vendola - Hanno
umiliato persone che hanno dedicato l'intera vita a battersi per
la giustizia e la legalità. Hanno offerto a Taranto non dei
colpevoli ma degli agnelli sacrificali: noi non fummo i complici
dell'Ilva, fummo coloro che ruppero un lungo silenzio e una
diffusa complicità con quella azienda." "Ho taciuto per quasi 10
anni - conclude Vendola - difendendomi solo nelle aule di
giustizia, ora non starò più zitto. Questa condanna per me e per
uno scienziato come Assennato è una vergogna. Io combatterò
contro questa carneficina del diritto e della verità"
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