Il sindaco di Milano Giuseppe Sala non sarebbe favorevole ad avere una centrale nucleare in città come ha proposto il vicepremier Matteo Salvini. "No e per una serie di motivi - ha commentato a margine dell'inaugurazione della nuova sede di un centro sanitario -. Non voglio essere ideologicamente contrario. Però si devono trovare delle vie di equilibrio". Quella di Salvini "non so se è una battuta o lo dice davvero, è chiaro che non è certamente nei nostri programmi - ha concluso - Non gli ho parlato, quando ci siamo visti non me ne ha fatto cenno".
'Nucleare entro il 2032 a Milano', polemiche su Salvini
E' possibile accendere un reattore nucleare in Italia entro il 2032 secondo il vicepremier Matteo Salvini che dal palco della Energia, iWeek a Roma ha ripetuto che "da milanese" vorrebbe "un reattore di ultima generazione a Milano". Non è la prima volta che il ministro delle Infrastrutture lo dice. Aveva proposto già in passato il quartiere di Baggio nella zona in cui vive. E come già allora anche oggi non sono mancate polemiche politiche e ironie dei social: meme di Salvini come Homer Simpson al lavoro nella centrale nucleare di Springfield, ipotesi di centrali accanto al Ponte sullo stretto. Di "assurdità" parla il deputato Pd milanese Franco Mirabelli. "Sarebbe importante che il ministro delle infrastrutture, che non ha alcuna competenza in materia energetica, facesse il proprio lavoro. Se Salvini vuole occuparsi di Milano lo faccia mettendo in campo politiche concrete sulla casa" aggiunge, mentre il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli gli ha proposto un "confronto pubblico con me in Piazza Duomo a Milano". Non rinuncia all'ironia verso il ministro delle Infrastrutture, ma appoggia l'ipotesi nucleare il leader di Azione Carlo Calenda: "personalmente dubito della capacità di Salvini di far costruire una strada sterrata entro il 2050, ma l'Italia ha bisogno del nucleare se vuole raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni". Di uno "specchio per le allode" e "armi di distrazione" parlano gli attivisti di Fridays for Future convinti che servano azioni per la transizione energetica ora. "Anche due settimane fa - ricorda una delle portavoci, Ester Barel - il più importante ente sull'energia al mondo ha detto che la principale urgenza sull'energia da qui ai prossimi 10 anni è triplicare le rinnovabili, mentre qui blaterano di un progetto che perfino secondo i più ottimisti arriverà attorno al 2040". In realtà la tempistica del 2032 è plausibile secondo Marco Ricotti, docente di Ingegneria nucleare del Politecnico di Milano, coordinatore del gruppo di lavoro sugli Small Modular Reactors dell'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) nonché presidente di Cirten, il consorzio delle università 'nucleari', che ha ricordato come due impianti siano già in funzione in Russia e Cina, che si prepara ad accendere un ulteriore small reactor nel 2026. A rilanciare è il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che conferma la fattibilità del nucleare di quarta generazione "nei primi anni del 2030", aggiungendo che "non avrebbe problemi ad avere a Torino" un reattore, mentre il ministro del Made in Italy Adolfo Urso conferma che sull'argomento ci sono "un governo e una maggioranza coesa". Anche dalla Lombardia arriva appoggio a Salvini. "Vuole cercare di lanciare il messaggio che la nuova tecnologia è assolutamente tranquilla. Non comporta nessun rischio e nessuna preoccupazione per i cittadini ed è un messaggio - afferma il governatore Attilio Fontana - che condivido".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA