Qualcosa si muove sul fronte della Vigilanza Rai, da mesi ormai in fase di stallo, anche se restano passi avanti da fare per una ripresa dell'attività.
Dalla Lega arrivano segnali di insofferenza sulla scelta di puntare per la presidenza su Simona Agnes, che non riesce ad ottenere i voti necessari per un parere favorevole, mentre a fare le funzioni del presidente in cda è il consigliere anziano Antonio Marano, indicato proprio dal Carroccio.
La prossima settimana, dopo diverso tempo, la bicamerale tornerà a riunirsi in seduta plenaria per tentare di sbloccare la situazione. La commissione è stata convocata giovedì 3 aprile alle 8.15 per esprimere il parere sulla nomina del presidente, in una seduta in cui sono previste votazioni.
Martedì, invece, dovrebbe essere in programma alla Camera la discussione su una mozione firmata da tutti i gruppi parlamentari di opposizione che impegna il governo a mettere in atto "tempestivamente" le norme dell'European Media Freedom Act. Il recepimento di questa normativa europea insieme alla ripresa dell'iter per la riforma della governance della Rai, ferma in Commissione al Senato, potrebbe sbloccare il dialogo per il via libera alla nomina del presidente della tv pubblica. Di fronte al rifiuto della minoranza di dare il proprio appoggio alla candidatura di Simona Agnes, membro del cda Rai in quota Forza Italia, e alla minaccia di uscire dall'aula in caso di voto per impedire il raggiungimento della maggioranza dei due terzi, i partiti di governo da tempo disertano le convocazioni della bicamerale, facendo così mancare il numero legale. Se non ci saranno passi avanti nelle trattative tra i due schieramenti, la situazione è destinata a rimanere bloccata, almeno su questo fronte.
Per quanto riguarda l'attività ordinaria, anche quella ferma da diverso tempo, sempre giovedì 3 aprile, alle 8.30, è prevista una riunione della bicamerale per l'esame dello schema di delibera sulla par condicio in vista dei referendum abrogativi dell'8 e 9 giugno. A far discutere nella maggioranza è la presa di posizione di Stefano Candiani che in un colloquio con Il Foglio ha sostenuto che la possibilità di eleggere Agnes non c'è. "Mancano i voti - ha detto -. La Commissione di Vigilanza si è paralizzata, ed è uno stallo che adesso, francamente, è insostenibile, che presta il fianco alle opposizioni". "Nello stallo abbiamo avuto un'opportunità - ha aggiunto -. L'opportunità si chiama Marano. Non ho mai sentito esponenti del Pd parlare male di lui. L'azienda lo riconosce.
Bisognerebbe accettare che il presidente Rai ha un nome e cognome: Antonio Marano". "Candiani ha riconosciuto che questa situazione non può andare avanti e che non ha senso sacrificare il funzionamento della Vigilanza per una questione di partito - hanno commentato i parlamentari dei 5Stelle in Commissione di Vigilanza -. Se persino dalla maggioranza iniziano a dirlo pubblicamente, è evidente che la loro posizione non regge più. A questo punto la soluzione è chiara: smettere di piegare un organo di garanzia a logiche di spartizione e scegliere finalmente una figura che non sia espressione diretta di un partito".
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