Mai accettare 'l'ultimo appuntamento' con l'ex, e' il piu' pericoloso e spesso quello fatale. Maria Carla Bocchino, responsabile della sezione donne e minori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, lo ripete come un mantra.
Si occupa da anni di donne maltrattate, abusate, violentate, spesso dal partner, ed e' convinta che, in particolare, la legge sullo stalking, aiuti ma, dice: "molto c'e' ancora da fare". Sono passate solo poche ore dall'8 marzo e il bollettino di guerra dei femminicidi segnala gia' nuovi casi. "Le donne spesso sono convinte di riuscire a gestire la separazione, pensano di poter convincere l'uomo ad accettare la fine di una storia - racconta - ma in molti casi non e' cosi'". "Anche le piu' razionali si lasciano coinvolgere emotivamente, hanno difficolta' a riconoscere l'uomo violento - spiega - e non danno peso ad atteggiamenti che dovrebbero essere invece un campanello d'allarme".
"Un esempio? Il comportamento dell'uomo nei confronti degli animali di casa. L'insofferenza, il fastidio nei loro confronti, la trascuratezza, sono segni di una natura potenzialmente violenta". Dunque, "le donne vanno aiutate a capire il pericolo e a difendersi". "Penso ad esempio - aggiunge - all'importante lavoro fatto in collaborazione con i medici dei pronto soccorso per riconoscere quando una donna, per paura, nasconde la violenza, dichiarando di essere caduta dalle scale".
"In genere l'uomo che l'ha picchiata e' li' fuori, l'ha accompagnata in ospedale e per questo e' difficile che lei abbia il coraggio di denunciarlo. Il compito diventa dei medici e nostro". Una storia emblematica e' rimasta nel cuore e nella mente di Mara Carla Bocchino "quella di una donna potentina - racconta - che avevamo pensato di riuscire ad aiutare. Ci aveva avvertito che il suo compagno era violento, la picchiava. Poi, accetto' l'ultimo appuntamento e non ci avverti'. Da quell'incontro non e' mai tornata". Un altro fronte su cui lavorare sono i bambini "perche' - aggiunge - da grandi non reiterino atteggiamenti violenti appresi in famiglia".
E, infine, c'e' l'uomo violento, l'abusante. "Per loro - sottolinea - servirebbe rendere obbligatorio, come corollario ad ogni sanzione, un percorso di recupero per evitare almeno le recidive". "Esistono gia' - avverte Maria Carla Bocchino - dei centri per uomini maltrattanti, specie al centro-nord ma sono tutti affidati al volontariato e andrebbero invece sostenuti e incrementati". "Non e' una garanzia che l'uomo non torni ad abusare o maltrattare - aggiunge - ma e' almeno si comincia a lavorare su di lui e con lui".
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