Un Governo snello, con pochi ministri che sarà presentato al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani. Il che potrebbe permettere giuramento e richiesta di fiducia alle Camere entro la settimana. Questo è il probabile timing del governo Cottarelli che potrebbe finalmente chiudere questa crisi da record. Naturalmente con la prospettiva principale del ritorno alle urne dopo l'estate.
Sergio Mattarella è molto sereno ma molto determinato, riferiscono dal Colle il giorno dopo della contundente richiesta di impeachment (no comment ribadito anche oggi) lanciata proprio da Luigi Di Maio. Una richiesta che certo non preoccupa il capo dello Stato più di una mossa elettoralistica, ma che può aver colpito Mattarella.
Il leader politico dei Cinque stelle aveva infatti instaurato con il presidente un ottimo rapporto personale con pubbliche lodi sulla sua correttezza. Piccole amarezze personali per il presidente che è ben più turbato, si riferisce, dalla lettura di una serie di tweet violentissimi che arrivano fino a toccare la figura del fratello Piersanti ucciso dalla mafia. "Farai la fine di tuo fratello", si scrive su un web ormai gonfio di frasi violente a dimostrazione che ormai si fa appello alla pancia del Paese.
Tornando al Governo si inizia a ragionare sulle mosse di "mister spending review". Di fatto incarna quel governo di garanzia già spiegato dallo stesso Mattarella nel periodo più buio della crisi. Un esecutivo che dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale - e dello stesso Cottarelli - di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio light che permetta di evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019.
Naturalmente per realizzare questo mini-programma servirà la fiducia del Parlamento e, ad oggi, sembra molto difficile. Se Cottarelli non passasse l'esame delle Camere si aprirebbe anche un problema tecnico-politico: come arrivare almeno a fine settembre ed evitare il voto ad agosto? Sì, perchè se Mattarella sciogliesse subito le Camere, poniamo la prossima settimana, bisogna calcolare un massimo di 70 giorni per il ritorno alle urne. Arriveremmo esattamente a Ferragosto. Servirà quindi un escamotage politico, ad esempio una mozione congiunta di tutte le forze politiche, che permetta a Cottarelli di galleggiare qualche settimana pur sfiduciato.
Infine ancora un retroscena sulla giornata di ieri. E' stato anche portato avanti un estremo tentativo di mediazione per dipanare il "nodo Savona": il presidente ha chiesto a Giuseppe Conte di iniziare con l'interim dell'Economia. Ma Conte ha gentilmente declinato spiegando di essere un giurista e di non sentirsela.
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