La scelta di fare ricorso all'eutanasia dell'atleta paralimpica belga Marieke Vervoort riporta al centro il tema del fine vita anche nel dibattito del nostro Paese. Da quando aveva 14 anni, la campionessa soffriva di un'incurabile malattia muscolare degenerativa: nel 2008 aveva firmato i documenti per l'eutanasia, che in Belgio è legale, e il 22 ottobre scorso ha deciso di andarsene.
In Italia la discussione sulla legislazione in merito è, tra l'altro, stata riaccesa anche dalla recente sentenza della Consulta sulla vicenda di Dj Fabo, aiutato dal radicale Marco Cappato a raggiungere la Svizzera per poter ottenere l'eutanasia. Con una sentenza storica, lo scorso settembre, la Consulta ha, infatti, aperto al suicidio assistito. E stabilito che non è punibile chi agevola il suicidio nei casi come quelli del ragazzo, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e attaccato ad un sondino per sopravvivere, vittima di atroci sofferenze per la sua patologia, ma pienamente consapevole della sua volontà di considerare quelle condizioni di vita non compatibili con la sua dignità.
"Sul tema del fine vita - ha fatto sapere nei giorni scorsi la presidente della commissione Giustizia della Camera Francesca Businarolo - le commissioni Giustizia e Affari sociali torneranno a riunirsi appena sarà possibile leggere la sentenza della Consulta. Questa è la decisione presa dall'ultimo ufficio di presidenza congiunto, con l'obiettivo di riprendere il ricco lavoro parlamentare già avviato e con l'auspicio di un confronto sereno tra tutti i gruppi per concordare un testo che inserisca nell'ordinamento i principi costituzionali definiti su questa delicata materia".
E' da 35 anni, infatti, che in Parlamento sono presenti proposte di legge sull'argomento. La prima fu del deputato socialista Loris Fortuna nel 1984. Morì l'anno successivo e nessuno dopo di lui portò avanti l'esame del testo. Ma, da allora, in ogni legislatura venne depositato un provvedimento in materia senza che si arrivasse, per anni, ad alcuna discussione concreta. Il primo risultato, su questo fronte, si ebbe nel 2010 quando si riuscì ad approvare la proposta di legge sulle cure palliative. Ma si dovrà aspettare il 2017 per vedere licenziata dalle Camere la legge sul testamento biologico. Ora le questioni del trattamento per il fine vita, dell'eutanasia e del suicidio assistito tornano prepotentemente al centro del dibattito politico. E i provvedimenti arrivati sinora in Parlamento dall'inizio della legislatura sono 13: 6 alla Camera e 7 al Senato. A Montecitorio, dunque, almeno stando agli auspici della presidente della Commissione potrebbe ripartire a breve la discussione.
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