Lucia Borgonzoni ha schierato Matteo Salvini. Virginio Merola ha preferito tenere alla larga tutti i big del Pd per lanciare il suo ultimo appello al voto dalla Bolognina, quartiere popolare che al primo turno non si è però rivelato il tradizionale granaio di voti. Si è conclusa così, a Bologna, la campagna elettorale in vista del ballottaggio di domenica.
Il sindaco uscente parte in vantaggio, forte del suo 39%, che però è stato uno dei risultati più deludenti della storia del Pd a Bologna. Lucia Borgonzoni, candidata della Lega, ma sostenuta anche da Forza Italia e Fratelli d'Italia, lancia la sua rincorsa partendo dal 22%, confidando di recuperare il suo svantaggio grazie ai voti delle liste civiche e sperando di convincere gli elettori del Movimento 5 Stelle che, come da tradizione e prassi, non ha fatto endorsement per nessun candidato.
Ma è a loro che Matteo Salvini, che ha concluso la sua campagna proprio nella città dove ha puntato molte delle sue speranze elettorali, si è rivolto. "Laddove il centrosinistra ha fallito - ha detto - io voterei per il cambiamento. Voterei per i candidati 5 stelle a Torino e Roma, spero che a Bologna gli elettori del movimento facciano la stessa cosa". Salvini chiede il voto dei 5 stelle anche per mandare un chiaro messaggio politico a Matteo Renzi, la posta a cui tiene almeno quanto la storica conquista della città simbolo della sinistra italiana. "Chi non va a votare - ha detto - fa un favore a Renzi. In questo ballottaggio si vota in molte importanti città, è chiaro che c'è un significato politico. Il fatto che oggi Renzi sia in Russia e quindi lontano da quella che pensa essere una sconfitta ci lascia ben sperare".
Dopo gli incidenti fra collettivi studenteschi e polizia che hanno contrassegnato tutte le visite di Salvini in città, per la conclusione della campagna il leader della Lega ha scelto un luogo addirittura fuori dal territorio comunale, a Castel Maggiore, alle porte della città. Prima, però, non ha rinunciato a fare una imprevista (anche alla polizia che dispone sempre imponenti misure di protezione) e fugace apparizione in centro storico, incontrando alcuni commercianti e il parroco della cattedrale di San Pietro.
Il sindaco Virginio Merola, che nell'ultimo giorno di campagna elettorale ha incassato il sostegno individuale di molti esponenti della Coalizione civica, il rassemblement di sinistra che aveva preso il 7%, che hanno invitato a votarlo per non consegnare la città alla Lega, ha invece chiuso alla Bolognina, con una serata musicale e un breve comizio di fronte ai suoi sostenitori, per ribadire le cose fatte in questi cinque anni. "I razzisti dicono 'prima i bolognesi' - ha detto Merola - nella loro lingua è come se dicessero 'prima i bianchi'. Dopo 15 giorni nei quali la Borgonzoni ha fatto finta di essere leghista, lei e Salvini si vanno a rinchiudere fuori città, mentre noi siamo tutti qui insieme in piazza, per una Bologna libera, democratica e antifascista, per l'incontro, il dialogo e i diritti civili".
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