Si avvicina la primavera e, per gli studenti, inizia il conto alla rovescia. Per la fine dell’anno scolastico? Anche. Ma prima di quello c’è un altro appuntamento attesissimo: la gita di classe, il momento per visitare un posto nuovo e, con l’occasione, approfittarne un po’ per scatenarsi con i propri amici. Oggi viene rinnovata la collaborazione Miur-Polizia Stradale sulle visite d’istruzione, giàavviata l’anno scorso, per assicurare alle istituzioni scolastiche che ne faranno richiesta un servizio di controllo sui mezzi di trasporto dedicati alle gite di prossima programmazione: per l’occasione, Skuola.net ha voluto fare il punto su come si sposteranno e dove si recheranno gli studenti per la gita scolastica, intervistando online circa 3mila ragazzi di medie e superiori.
Purtroppo, per molti ragazzi, quello della gita rimarrà solo un sogno. Tra ostruzionismi, paure e motivi economici quasi 2 studenti su 5 non riusciranno a partire per la sospirata vacanza. Ma qualcuno non vuole proprio rinunciarci, così ha deciso di organizzarla lo stesso per conto proprio; lo farà (o l’ha già fatto) poco meno della metà dei delusi: il 22% con i genitori, il 20% con gli amici. Il 58% di loro, al contrario, si è già rassegnato all’idea di rimanere a casa.A pesare sul destino degli altri ragazzi, però, non ci sono solo aspetti prevedibili, primo fra tutti la mancanza di fondi a disposizione delle scuole per l’organizzazione delle gite. Solo nel 16% dei casi, infatti, ci sono motivi economici strutturali alla base della decisione di non far andare in gita gli studenti. E non è neanche per le condizioni in cui ultimamente versano molte famiglie: se solo il 6% degli intervistati dice che non andrà in gita perché inciderebbe troppo sul bilancio familiare, vuol dire che quasi la totalità dei genitori è disposta a rinunciare a qualcosa pur di far fare la vacanza scolastica al figlio.
Il problema, semmai, è un altro e coinvolge direttamente i professori. Il 39% degli studenti che non partiranno, infatti, ci ha detto che la gita è saltata proprio perché i docenti si sono rifiutati di accompagnarli. Le ragioni possono essere diverse. Qualcuno, magari, non se la sente di avere la responsabilità di una classe intera; oppure sa già che qualche elemento gli creerà problemi; ma anche la mancanza di incentivi (soprattutto monetari) riconosciuti ai prof accompagnatori potrebbe aver giocato un ruolo decisivo.
Troppi rischi probabilmente. Dai dati di una precedente indagine di Skuola.net emerge un quadro preoccupante: 1 studente su 10 dichiara di aver fatto uso di droghe (principalmente leggere), ma al triennio delle superiori questa percentuale si raddoppia. I più grandi si danno da fare anche con l'alcol, 1 su 3 ne confessa un abuso, mentre nella fascia 11-16 anni sono solamente 1 su 10. Se i più piccoli hanno più timore ad allontanarsi da soli dall'albergo di sera (1 su 10), alle superiori 2 su 5 ammettono la pratica. La stupidità invece non ha età: sia alle medie che alle superiori circa il 20 per cento dichiara di essersi esposto a situazioni rischiose per passare da una camera all'altra senza farsi scoprire dai professori.
Tra le altre cause di rinuncia al viaggio di istruzione, invece, è marginale la paura per il terrorismo internazionale: ha riguardato appena il 4% delle scuole. Mentre il 6% ci ha informato che la gita è saltata perché non è stato raggiunto un numero sufficiente di adesioni.
Ma, come detto, la maggior parte degli studenti in gita ci andrà (o ci è già andata). Sì, ma dove? La metà di loro ha scelto l’Italia, gli altri si sono divisi abbastanza equamente tra gli altri Paesi europei, solo il 2% ha potuto permettersi vacanze fuori dal Vecchio Continente. Le mete più gettonate tra quelle non italiane? Berlino, Praga, Londra, Atene: sono loro le regine d’Europa con uno share compreso tra il 5 e il 10% dei partenti per mete fuori dal confine.
A far pendere l’ago della bilancia verso una destinazione o l’altra non ci sono motivazioni apparentemente scontate. Ancora una volta si potrebbe pensare alla minaccia terroristica ma, dati alla mano, questa ha influenzato la decisione finale solo nel 18% dei casi; la scelta di Berlino (selezionata dal 10% degli studenti) ne è la dimostrazione. Più importanti altri fattori, soprattutto di tipo culturale: il 66% ha messo l’interesse storico della destinazione in cima alle priorità. In 1 caso su 4, invece, si è optato per mete che facessero risparmiare. Non stupisce, quindi, che il mezzo di trasporto più usato sia il pullman (47%), relegando al 10% l’uso del treno. Bene anche le compagnie aeree low-cost (20%) e i voli di linea (18%), probabilmente scelti soprattutto per i viaggi fuori dai confini italiani.
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